1047. PIUARCH: una strategia di Reputazione FALLIMENTARE dopo lo scandalo dei 600€

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 25.07.2022

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Lo studio di architettura internazionale PewArk si è trovato al centro di uno scandalo reputazionale durante il periodo Covid per aver chiesto ai propri collaboratori di devolvere il bonus crisi da 600 euro allo studio. La gestione della crisi è stata fallimentare, con tentativi di rebranding ridicoli e strategie di comunicazione inefficaci, culminando in un backlash pubblico. L'ordine degli architetti, che avrebbe dovuto prendere posizione, è rimasto in silenzio.
Inizio chiarendo che non ho nulla contro le strategie di ripristino della reputazione, anzi, le considero fondamentali nel mio lavoro. Tuttavia, quando queste strategie sono gestite male, possono avere effetti devastanti su un brand. Il caso di cui parlo oggi riguarda lo studio di architettura internazionale PewArk, coinvolto in uno scandalo durante il periodo Covid. Lo studio aveva chiesto ai suoi collaboratori, liberi professionisti, di devolvere il bonus crisi da 600 euro allo studio, minacciando velatamente chi non avesse aderito con la possibilità di non essere più chiamato a lavorare da maggio in poi.

La gestione della crisi da parte di PewArk è stata disastrosa. Hanno tentato di ripristinare la loro reputazione con un rebranding, ma il cambiamento si è limitato a trasformare il loro logo da minuscolo a maiuscolo, un'azione che ha suscitato solo sarcasmo e critiche online. I commenti sui social media non si sono fatti attendere, con utenti che deridevano l'azione come un tentativo ridicolo di coprire lo scandalo.

In un tentativo di migliorare la loro immagine, PewArk ha chiesto a collaboratori ed ex collaboratori di lasciare commenti positivi sui social. Tuttavia, il messaggio era chiaramente etero diretto e copiato da diversi utenti, rendendo evidente la manipolazione. Questo ha ulteriormente danneggiato la loro reputazione, mostrando una totale mancanza di comprensione della dinamica dei social media.

Nonostante la gravità della situazione, l'ordine degli architetti è rimasto in silenzio, non prendendo alcuna posizione ufficiale. Questo silenzio è preoccupante e solleva domande sulla trasparenza e l'etica all'interno dell'ordine stesso.

La lezione qui è chiara: gestire una crisi reputazionale richiede professionalità e una strategia ben pensata. Affidarsi a soluzioni superficiali o a professionisti non qualificati può solo peggiorare la situazione. È fondamentale riconoscere gli errori, comunicare in modo autentico e lavorare per ricostruire la fiducia con trasparenza e integrità.

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