Ricordate la vicenda di Elon Musk e la Corte Suprema brasiliana? Il tribunale aveva ordinato alla piattaforma X di bloccare una serie di account considerati illegali secondo la legge brasiliana. Inizialmente, Musk si era opposto con forza, rifiutandosi di conformarsi e rimuovendo il legale rappresentante dal Brasile, il che aveva portato al blocco delle operazioni della piattaforma nel Paese. La situazione aveva generato una notevole attenzione mediatica, con Musk che si era dipinto come l'ultimo baluardo della libertà online.
Tuttavia, la realtà è stata ben diversa. Alla fine, Musk ha fatto marcia indietro: la piattaforma ha pagato le multe, ha nominato nuovamente un legale rappresentante e ha bloccato gli account come richiesto. Questo comportamento non è insolito; tutte le piattaforme, da Meta a Google, si conformano alle leggi dei paesi in cui operano. Quello che infastidisce è la discrepanza tra le dichiarazioni pubbliche e le azioni effettive. Musk ha continuato a presentarsi come un difensore della libertà, ma ha ceduto quando si è trattato di proteggere gli interessi economici della sua azienda.
Questa situazione ricorda altre controversie, come quella dei Twitter Files e la questione di Hunter Biden, dove le normative sulla piattaforma sembrano essere applicate in modo selettivo a seconda degli interessi in gioco. La sospensione di un giornalista che aveva pubblicato un report su J.D. Vance, un alleato politico di Musk, è un esempio lampante di come le regole possano essere piegate per favorire determinati interessi.
In definitiva, Musk non è diverso da altri magnati che esercitano il loro potere economico e politico per influenzare le normative e mantenere il controllo sui loro imperi. La sua immagine di paladino della libertà è in contrasto con le sue azioni, che dimostrano una priorità per gli interessi economici sopra ogni altra cosa.

In questa Puntata
Elon Musk, dopo aver resistito agli ordini della Corte Suprema brasiliana di bloccare account illeciti, ha infine ceduto, conformandosi alle leggi locali. Nonostante la sua immagine di difensore della libertà online, la piattaforma ha pagato le multe, nominato un legale rappresentante e bloccato gli account richiesti, dimostrando che le norme nazionali prevalgono sugli ideali proclamati.