Benvenuti a questo episodio speciale di Ciao Internet. Oggi affrontiamo un tema di estrema gravità che coinvolge la democrazia e la libertà di stampa in Italia. Parliamo del Trojan Graphite, un software spia di livello militare prodotto da Paragon Solution, un'azienda israeliana fondata da Ehud Barak. Questo software è stato utilizzato per infettare i dispositivi di almeno novanta persone in vari paesi, tra cui sette italiani, tra giornalisti e attivisti.
La gravità della situazione è evidente: in un paese democratico, giornalisti e attivisti non dovrebbero essere soggetti a intercettazioni da parte di organi di polizia o, peggio, dei servizi segreti. Tuttavia, sembra che in Italia siano state compiute azioni che mettono in discussione questi principi fondamentali. Paragon, nota per la sua tolleranza zero verso usi impropri dei suoi strumenti, ha rescisso il contratto con due entità italiane, dichiarando che l'Italia ha violato i termini di servizio.
Cosa sappiamo finora? Graphite è un Trojan zero-click, che si installa senza alcuna interazione da parte dell'utente, sfruttando vulnerabilità sconosciute. Questo Trojan consente l'accesso completo al dispositivo, trasformandolo in una microspia in grado di leggere messaggi, vedere contatti e persino attivare microfono e fotocamera. Paragon ha sempre mantenuto una posizione rigorosa sull'uso etico dei suoi strumenti, vietando esplicitamente l'uso su giornalisti e attivisti.
Nonostante ciò, in Italia, il software è stato utilizzato contro critici del governo Meloni, tra cui Francesco Cancellato di Fanpage e Luca Casarini di Mediterranea. Questo solleva preoccupazioni non solo sul rispetto dei diritti umani, ma anche sulla trasparenza e l'integrità del governo. Il governo italiano, dal canto suo, ha escluso il coinvolgimento dell'intelligence, ma resta il dubbio su chi abbia effettivamente ordinato queste intercettazioni.
Le reazioni non si sono fatte attendere. La Commissione Europea ha condannato qualsiasi accesso illecito ai dati dei cittadini e ha sottolineato l'importanza di proteggere i giornalisti e gli attivisti. Anche in Italia, le opposizioni hanno sollevato interrogazioni urgenti, chiedendo chiarimenti e responsabilità istituzionali.
Questo episodio è un invito a riflettere su come strumenti di sorveglianza possano essere utilizzati in modo improprio, trasformandosi in armi contro i dissidenti. La questione è di tale portata che, qualora venisse acclarata la responsabilità del governo, potrebbe portare a conseguenze politiche significative. Continueremo a seguire gli sviluppi e ad approfondire il tema nelle prossime puntate.

I contenuti dell'Episodio #1371
Ciao a tutti, sono Matteo Flora e oggi vi porto uno speciale di Ciao Internet che avrei preferito non dover mai fare. Parleremo della questione Paragon e del Trojan Graphite, un software spia di livello militare che ha infettato i dispositivi di giornalisti e attivisti italiani. Questo episodio è un viaggio tra i dettagli tecnici e le implicazioni politiche di un caso che mette in discussione i confini della nostra democrazia e solleva preoccupazioni sul rispetto dei diritti fondamentali e della libertà di stampa.