Accessibilità siti web obbligatoria: quali aziende, quale fatturato, che siti web? #1422

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 27.06.2025

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In questa Puntata

La normativa europea sull'accessibilità dei siti web richiede un adeguamento entro il 28 giugno 2025 per i siti di e-commerce B2C con un fatturato superiore a 2 milioni di euro. Gli obblighi includono rendere i siti percepibili, usabili, comprensibili e robusti. Mentre le sanzioni per il mancato adeguamento possono arrivare fino a 40.000 euro, esistono eccezioni come l'antieconomicità e l'uso di componenti esterni non accessibili.
Sono a Cagliari per i Digital Talks e ho avuto l'opportunità di discutere con Antonino Polimeni, un avvocato esperto di tematiche digitali, riguardo alla normativa europea sull'accessibilità dei siti web. Questa normativa, recepita in Italia con un decreto legislativo nel 2022, impone alle aziende di adeguare i loro siti web entro il 28 giugno 2025. L'obiettivo è rendere i siti accessibili non solo per le persone con disabilità, ma anche per migliorare l'esperienza utente complessiva.

La direttiva europea sull'accessibilità non si applica direttamente alle aziende, ma obbliga gli stati a recepirla nel loro ordinamento. Questo ha creato delle discrepanze tra i vari paesi, come sottolineato da Mario Draghi, che ha parlato dei divari creati dalle direttive nel mondo digitale. In Italia, la normativa si applica principalmente agli e-commerce B2C con un fatturato superiore a 2 milioni di euro o con più di 10 dipendenti.

I siti devono essere percepibili, usabili, comprensibili e robusti. Questo significa che devono essere accessibili tramite tastiera, avere sottotitoli per i contenuti video e adattarsi ai vari dispositivi. Inoltre, devono seguire lo standard WCAG 2.1. Tuttavia, ci sono molte idee sbagliate in circolazione, come la convinzione che l'accessibilità sia solo per le persone con disabilità. In realtà, la normativa mira a migliorare l'accessibilità per tutti, compresi coloro che utilizzano dispositivi mobili o che hanno limitazioni temporanee.

Le sanzioni per il mancato adeguamento variano da 5.000 a 40.000 euro, ma esistono eccezioni. Ad esempio, un sito può dichiararsi non a norma se l'adeguamento è antieconomico, se utilizza componenti esterni non accessibili o se la modifica stravolgerebbe la natura del sito. Inoltre, le aziende devono compilare un fascicolo documentale per dimostrare la conformità o giustificare le eccezioni.

Le pubbliche amministrazioni in Italia hanno l'obbligo di conformarsi da molto prima, grazie alla legge Stanca. Tuttavia, molti siti della PA non sono ancora a norma, il che solleva dubbi sulla loro capacità di far rispettare le sanzioni.

Infine, abbiamo discusso delle implicazioni aziendali dell'accessibilità. Rendere un sito accessibile può migliorare l'esperienza utente e potenzialmente aumentare il tasso di conversione, ma non sempre si traduce in un maggiore fatturato. L'importante è iniziare il processo di adeguamento, magari bandendo una gara per scegliere un fornitore, per dimostrare la buona fede in caso di controlli.

🎙️ Ospite: Antonino Polimeni, avvocato esperto di tematiche digitali presso Polimeni Legal.