Ciao Internet, oggi sono in compagnia di Antonino Polimeni, un avvocato specializzato in diritto digitale, e ci troviamo a Cagliari in occasione dei Digital Talks. Abbiamo deciso di fare un video per discutere di un tema attuale e molto importante: la normativa sull'accessibilità dei siti web. Qualche anno fa avevamo già affrontato l'argomento con Scan, e ora siamo arrivati al punto in cui l'accessibilità non è più una scelta ma un obbligo imminente.
La normativa di cui parliamo è la direttiva europea sull'accessibilità, recepita in Italia con un decreto legislativo nel 2022. Questa normativa obbliga gli stati membri dell'Unione Europea a garantire che i siti web siano accessibili, ma lascia ogni paese libero di decidere come applicarla localmente. In Italia, le aziende hanno tempo fino al 28 giugno 2025 per adeguarsi, e la direttiva si applica principalmente agli e-commerce B2C con un fatturato superiore ai 2 milioni di euro o con più di 10 dipendenti.
Antonino ci spiega che l'accessibilità non riguarda solo le persone con disabilità, ma è un concetto più ampio che coinvolge anche chi usa dispositivi con una sola mano o preferisce utilizzare la tastiera. Migliorare l'accessibilità di un sito significa anche migliorare l'esperienza utente complessiva. Inoltre, l'accessibilità può facilitare l'interazione con i motori di intelligenza artificiale.
Ci concentriamo poi sui principi fondamentali dell'accessibilità: un sito deve essere percepibile, usabile, comprensibile e robusto. Per esempio, deve supportare gli screen reader, essere navigabile con la tastiera e adattarsi ai vari dispositivi. Seguire lo standard internazionale WCAG è cruciale.
Discutiamo delle eccezioni alla normativa, come l'antieconomicità, l'utilizzo di componenti esterni non accessibili e le situazioni in cui l'accessibilità stravolgerebbe la natura del sito o del prodotto. È importante che le aziende giustifichino le loro scelte attraverso un'analisi accurata del loro pubblico e delle loro risorse.
Un aspetto critico di questa normativa è la documentazione: le aziende devono presentare una dichiarazione di accessibilità, o meglio, un'informativa sull'accessibilità, che giustifichi la conformità o la non conformità del sito. Questo documento va comunicato all'Agid, che ha il compito di verificare e controllare la correttezza delle informazioni fornite.
Nella discussione emerge anche come queste normative possano influenzare il business. Antonino e io riflettiamo su come l'accessibilità possa potenzialmente aumentare il tasso di conversione di un sito migliorando l'esperienza utente, sebbene non sia sempre garantito un incremento del fatturato. Tuttavia, un sito più accessibile può portare a una maggiore fedeltà dei clienti e a una riduzione della frizione nel processo d'acquisto.
In sintesi, la direttiva sull'accessibilità rappresenta un passo significativo verso un web più inclusivo e accessibile a tutti, ma comporta sfide e responsabilità che le aziende devono affrontare con attenzione e strategia.

I contenuti dell'Episodio #1422
Ciao Internet! In questa puntata, mi trovo a Cagliari per i Digital Talks insieme ad Antonino Polimeni di Polimeni Legal, e discutiamo di un argomento cruciale: la normativa sull'accessibilità dei siti web. Con l'avvicinarsi della scadenza per l'adeguamento, esploriamo cosa significa essere conformi, a chi si applica la direttiva europea recepita in Italia, e le sfide che le aziende devono affrontare per adattarsi a queste nuove esigenze. Analizziamo anche le eccezioni, l'importanza dell'usabilità e come tutto questo possa potenzialmente impattare il business.