Negli ultimi tempi, l'uso dell'intelligenza artificiale nei tribunali italiani ha sollevato preoccupazioni significative, portando il Consiglio Superiore della Magistratura a intervenire con urgenza. Due casi recenti hanno visto magistrati utilizzare l'IA per redigere atti giudiziari, citando precedenti legali inesistenti a causa delle cosiddette "allucinazioni" dell'IA. Questo ha portato alla decisione di vietare l'uso dell'IA nella redazione delle sentenze, una mossa che riflette le normative già esistenti sia a livello europeo che italiano, che considerano l'uso della tecnologia nella giustizia come ad alto rischio.
Il dibattito si estende anche agli avvocati, che, a differenza dei magistrati, possono ancora utilizzare l'IA, purché rispettino normative sulla privacy, copyright e confidenzialità. La differenza di trattamento tra magistrati e avvocati solleva interrogativi sulla coerenza del sistema, dato che entrambe le categorie professionali hanno un impatto significativo sulla vita delle persone.
Cesare Parodi, magistrato e presidente dell'Associazione Nazionale dei Magistrati, ha sottolineato che la decisione del CSM è un richiamo al realismo, riconoscendo i rischi concreti associati all'uso non regolamentato dell'IA. Parodi ha evidenziato la necessità di sviluppare programmi specifici per il contesto giudiziario, che possano garantire affidabilità e sicurezza.
Dal lato degli avvocati, Giuseppe Baciago, esperto di diritto delle nuove tecnologie, ha espresso preoccupazioni riguardo all'appiattimento delle competenze professionali dovuto all'uso dell'IA. Baciago ha sottolineato l'importanza di un utilizzo consapevole e competente della tecnologia, per evitare che l'IA sostituisca le capacità intellettuali umane necessarie nella pratica legale.
La questione centrale rimane come integrare l'IA nella giustizia in modo che serva l'uomo, senza comprometterne l'autonomia e la responsabilità. Le raccomandazioni del CSM non rappresentano un rifiuto della tecnologia, ma un passo verso una regolamentazione che richiede trasparenza, tracciabilità e supervisione umana costante. La sfida è costruire un sistema che aumenti le capacità umane, rispettando i principi costituzionali e garantendo che la tecnologia sia al servizio della giustizia, non il contrario.
🎙️ Ospite: Cesare Parodi, Magistrato, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Magistrati.
🎙️ Ospite: Giuseppe Baciago, Avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, Coordinatore del tavolo sull'intelligenza artificiale dell'Ordine degli Avvocati di Milano.
In questa Puntata
Il Consiglio Superiore della Magistratura ha vietato l'uso dell'intelligenza artificiale da parte dei magistrati italiani per la redazione delle sentenze, a causa di errori concreti e preoccupanti emersi in due procedimenti. Questo divieto ha aperto un dibattito sul futuro della giustizia, evidenziando la necessità di un uso consapevole e regolamentato della tecnologia nei tribunali, mentre gli avvocati possono ancora utilizzarla sotto determinate condizioni.