"Estote parati" è un'espressione latina che ho ripetuto oltre 200 volte nel corso del mio viaggio e significa letteralmente "Siate pronti". Questo motto, che ho adottato prima di scoprire che fosse anche il motto degli scout di lingua inglese, ha radici nel Vangelo secondo Matteo, precisamente nel capitolo 24, versetto 44. Il versetto recita: "E voi, siate pronti, perché nell'ora che non sapete il figlio dell'uomo ritornerà". Questo mi ha sempre colpito per la sua semplicità e profondità.
Il primo livello di significato è chiaro: "Siate pronti". Ho iniziato a utilizzarlo anni fa sul mio blog, principalmente quando discutevo di sicurezza. In questo contesto, si avvicina al concetto di "Paranoia is a virtue", un invito a essere vigili e preparati per affrontare qualsiasi situazione. È un po' come un allerta militare: "State svegli", "Siate vigili".
Un altro aspetto di "Estote parati" riguarda la prontezza al cambiamento. Viviamo in un mondo che si trasforma rapidamente, spesso più velocemente di quanto possiamo apprendere. Essere pronti significa adottare una mentalità aperta alle nuove opportunità, comprendendo e adattandosi ai cambiamenti in corso.
Infine, c'è un terzo livello di interpretazione, legato alla consapevolezza buddista. Essere pronti significa anche essere presenti, vivere nel "qui e ora", senza essere ossessionati dal passato o preoccupati per il futuro. È un esercizio di presenza che cerco di praticare quotidianamente, un augurio di felicità e consapevolezza nel momento presente.
In sintesi, "Estote parati" è più di un semplice ordine; è un augurio di vivere pienamente, pronti a essere felici e a percepire il mondo che ci circonda. Vi auguro di essere sempre pronti, vigili e presenti.

In questa Puntata
Il motto "Estote parati" viene esplorato attraverso diverse interpretazioni, partendo dal suo significato letterale di "Siate pronti" e collegandolo a concetti di sicurezza, cambiamento e consapevolezza. L'episodio invita a mantenere una mentalità aperta e vigile, pronta a cogliere le opportunità e a vivere nel presente, unendo elementi di paranoia positiva e filosofia buddista.