Ciao Internet! Oggi affrontiamo un tema caldo che ha sollevato non poche polemiche: la rimozione degli account di Casa Pound da Facebook. La questione ha fatto alzare un gran polverone, soprattutto da parte di chi accusa i social di censura politica. Ma andiamo con ordine. Gli account sono stati rimossi per violazione dei termini di servizio, principalmente legati alla diffusione di messaggi d'odio. È importante sottolineare che, sebbene etimologicamente si tratti di un atto censorio, non è una censura politica. È una misura presa in risposta a un abuso reiterato delle regole della piattaforma.
La libertà di parola, infatti, non è un diritto che si esercita su piattaforme private come Facebook. Quest'ultima, infatti, ha il diritto di decidere chi può usare i suoi servizi. È curioso notare come Casa Pound, che si autodefinisce "i fascisti del terzo millennio", lamenta la censura, un mezzo che storicamente è stato utilizzato proprio dal regime a cui si ispirano.
Un esempio interessante è quello di Casa Pound Bolzano, che ha bloccato un amministratore di Lercio dalla loro pagina per aver espresso opinioni contrarie. Anche questo è un atto di censura, e si verifica all'interno di una "casa" privata, esattamente come fa Facebook.
Ma torniamo al nocciolo della questione. La responsabilizzazione delle piattaforme è un tema centrale. Le pressioni politiche e pubbliche impongono a Facebook e simili di vigilare sui contenuti, specialmente in vista delle elezioni. Qui entra in gioco la gestione del rischio: Facebook ha ritenuto non accettabile il rischio di essere accusata di fomentare l'odio.
Anche la direttiva europea sul copyright, l'articolo 13, è un esempio di come si cerchi di responsabilizzare le piattaforme. È un tema che richiama lo stesso principio: le piattaforme devono assumersi la responsabilità dei contenuti che ospitano.
Tutto ciò si riduce a una gestione del rischio, in cui le piattaforme devono bilanciare tra la protezione dei diritti e la prevenzione dell'odio. Questo ci porta a riflettere su cosa vogliamo veramente da queste piattaforme e quali sono i compromessi che siamo disposti ad accettare. Alla fine, è una questione di responsabilità e di qual è il prezzo che siamo pronti a pagare per garantire un certo tipo di discorso online.

I contenuti dell'Episodio #522
In questo episodio di "Ciao Internet", esploro la recente rimozione degli account di Casa Pound dai social network, un atto che molti definiscono come censura. Con un'analisi approfondita, discuto se si tratti di una censura politica o di una semplice applicazione delle regole dei social media. Esamino il ruolo e la responsabilità delle piattaforme online nel gestire l'odio e il rischio, e come queste azioni si intersecano con la libertà di espressione e le leggi internazionali.