Fazi Editore ed il mistero del dipinto "rubato"...

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 26.01.2017

Copertina del video: 91. Fazi Editore ed il mistero del dipinto

I contenuti dell'Episodio #91

Ciao Internet! Oggi vi racconto una storia che ha dell'incredibile, un esempio lampante di come la proprietà intellettuale possa essere violata con un'arroganza e una mancanza di rispetto sconcertanti. Parliamo di un caso in cui un dipinto di Aaron Westerberg è stato utilizzato senza autorizzazione da Fazzi Editore per la copertina di un libro, scatenando una serie di eventi che vi lasceranno a bocca aperta. Vi guiderò attraverso i dettagli di questa storia e le assurde giustificazioni fornite dall'editore, sottolineando l'importanza di rispettare il lavoro degli artisti.
Oggi voglio condividere con voi una storia che dimostra quanto a volte la realtà possa superare la fantasia in termini di assurdità. Come sapete, attraverso The Fool mi occupo di proprietà intellettuale e ho visto tanti casi, ma quello che vi racconto oggi è davvero unico. Si tratta di un furto d'arte plateale: un dipinto di Aaron Westerberg, intitolato "Introspect", è stato usato senza permesso per la copertina di "Il caso Mauritius", un libro pubblicato da Fazzi Editore.

La vicenda è stata portata alla luce dallo stesso Aaron Westerberg, che ha denunciato su Facebook l'accaduto. Non solo Fazzi Editore ha utilizzato il suo lavoro senza chiedere il permesso, ma inizialmente si sono rifiutati di riconoscere qualsiasi compenso all'artista. Nonostante il suo nome fosse accreditato all'interno del libro, Aaron Westerberg non è stato contattato fino a dicembre, mentre il libro era già in commercio da ottobre.

La reazione di Fazzi Editore è stata altrettanto sconcertante. Dopo lo shitstorm ricevuto sui social, hanno pubblicato un post in cui cercavano di giustificare il loro comportamento. La loro spiegazione? Un cambio di copertina all'ultimo minuto e la "mancanza di tempo" per contattare l'artista. È incredibile come abbiano tentato di dipingersi come vittime della situazione, invece di riconoscere apertamente l'errore e pagare subito i diritti d'uso.

Questa storia solleva una questione fondamentale: cosa sarebbe successo se Aaron non avesse voluto che la sua opera fosse utilizzata in quel modo? La vicenda ci insegna che non si può semplicemente appropriarsi del lavoro altrui e sperare di cavarsela con delle scuse postume. La proprietà intellettuale è un diritto che deve essere rispettato. E se qualcuno si accorge del furto, l'unica risposta accettabile è risolvere la questione in modo equo e rapido, non cercare di giustificarsi con delle scuse ridicole.

Vi invito a riflettere su questa storia e a pensare a quanto sia importante proteggere i lavori creativi. Inoltre, lancio una proposta provocatoria: perché non controllare se altre copertine di Fazzi Editore hanno storie simili? Potrebbe essere un modo per aiutare gli artisti a tutelare i loro diritti. Grazie per avermi ascoltato, e come sempre, restate preparati! Ciao Internet!