TheBorderline: chi guadagna dalla morte di un bambino?

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 19.06.2023

Copertina del video: TheBorderline: chi guadagna dalla morte di un bambino? #1153

I contenuti dell'Episodio #1153

In questo episodio di Ciao Internet, esploro una tragedia che coinvolge il canale YouTube "The Borderline", dove un bambino di cinque anni ha perso la vita in seguito a una delle loro challenge. Mi concentro sul modo in cui la tragedia è stata monetizzata e sulle responsabilità di Google e degli sponsor nell'alimentare questa dinamica. Non è compito mio giudicare la morale della situazione, ma piuttosto analizzare come il business si sviluppa in rete, e oggi, lo faccio con una punta di amarezza.
Ciao Internet, sono Matteo Flora. Oggi parliamo di una tragedia che coinvolge il canale YouTube "The Borderline" e di come la morte di un bambino di cinque anni sia stata utilizzata per generare introiti. Non voglio focalizzarmi sulle dinamiche dell'incidente, ancora poco chiare, ma piuttosto su quello che è successo dopo: un bambino ha perso la vita, e qualcuno sta guadagnando da questo tragico evento.

Repubblica segnala che YouTube non ha interrotto la pubblicità sul canale, permettendo ai The Borderline di incassare ulteriori 6.000 euro e di guadagnare 20.000 nuovi follower. Questa monetizzazione continua è una scelta deliberata, non solo dei creatori del canale, ma anche di Google, che non ha disabilitato i contenuti. Ogni visualizzazione genera profitti, e Google, che trattiene il 50% di questi guadagni, non sembra avere problemi a incassare da contenuti che traggono visibilità da una tragedia.

Anche gli inserzionisti hanno la loro parte di responsabilità. I circuiti pubblicitari possono essere controllati per escludere contenuti specifici, ma molti brand hanno scelto di non farlo. Nonostante Google offra modalità per escludere singole URL dai luoghi in cui vengono mostrate le pubblicità, molti marchi compaiono ancora nei video del canale. Tra questi ci sono nomi noti come Netflix, Pasta Rummo e Peugeot Italia.

Dopo aver registrato l'episodio, i The Borderline hanno aggiornato il loro canale con un comunicato di vicinanza alla famiglia del bambino. Ma il messaggio sembra poco sincero, visto che i contenuti restano online e continuano a monetizzare. La possibilità di escluderli c'è, quindi la mancata esclusione è una scelta consapevole. Google potrebbe dichiarare che trattiene i proventi per devolverli a una causa più nobile, ma non lo fa.

Alcuni sponsor, come Sony, hanno cercato di cancellare le tracce del loro coinvolgimento. Tuttavia, questo tentativo di nascondere la sponsorizzazione è maldestro e inefficace, visto che le notizie del loro supporto sono già diffuse. Una comunicazione chiara sarebbe stata più appropriata, spiegando la loro posizione e le azioni intraprese in risposta all'incidente.

Il concetto stesso delle challenge su YouTube è problematico. Più una challenge è estrema, più visibilità ottiene, attirando ulteriori sponsor e creando un ciclo pericoloso. Questo sistema di premi incentiva contenuti sempre più rischiosi. Se fossi un brand coinvolto, sarei profondamente imbarazzato e prenderei provvedimenti immediati contro chi gestisce la mia pubblicità.

Infine, rifletto sull'importanza di allineare le azioni di marketing con i valori etici dichiarati dalle aziende. Investire in contenuti controversi può essere contrario a questi valori e dovrebbe essere oggetto di discussione all'interno delle organizzazioni. Come sempre, vi invito a riflettere su queste dinamiche e a condividere le vostre opinioni.