Privacy a rischio: Microsoft Copilot e Google sotto accusa.

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 27.05.2024

Copertina del video: Privacy a rischio: Microsoft Copilot e Google sotto accusa. #1261

I contenuti dell'Episodio #1261

In questo episodio di Ciao Internet, esploro due tecnologie che sulla carta sembrano promettenti ma che, nella pratica, sollevano serie preoccupazioni sulla privacy. Parlo di uno spyware locale di Microsoft Copilot che fa screenshot costanti del tuo computer e di una funzione di Google che ascolta le telefonate per prevenire frodi. Analizzo come queste innovazioni, pur avendo potenzialità enormi, possano trasformarsi in strumenti di controllo inquietanti se utilizzati in modo improprio.
Benvenuti a questo nuovo episodio di Ciao Internet! Sono finalmente tornato nel mio studio di casa e sono entusiasta di condividere con voi alcune riflessioni che ho maturato su due nuove tecnologie che mi hanno lasciato perplesso. Parliamo di Microsoft Copilot e di un nuovo strumento di Google, entrambi progettati per migliorare la nostra esperienza digitale, ma che sollevano questioni significative in termini di privacy.

Cominciamo con Google, che ha sviluppato un sistema per rilevare frodi telefoniche utilizzando la tecnologia LLM, come il Gemini Small. Questa funzione ascolta e analizza le chiamate per individuare potenziali truffe, avvisando l'utente se rileva qualcosa di sospetto. Un'idea fenomenale, specialmente in un'epoca in cui le truffe telefoniche sono all'ordine del giorno e molte persone, per vari motivi, cadono in queste trappole. Tuttavia, mi preoccupa l'idea di avere un sistema che ascolta tutte le nostre conversazioni. Anche se l'intento è proteggere, il rischio di abuso è sempre dietro l'angolo.

Passiamo ora a Microsoft Copilot, un sistema integrato nell'ecosistema Microsoft che utilizza l'intelligenza artificiale di OpenAI. La sua funzione è quella di scattare screenshot del tuo desktop ogni pochi secondi per migliorare il supporto visivo che fornisce all'utente. Anche se questa funzione si svolge in locale e dovrebbe essere protetta da una serie di misure di sicurezza, non posso fare a meno di pensare a come queste informazioni potrebbero essere utilizzate o richieste da terze parti, come le autorità, in determinati contesti legali.

La vera paura, per me, non sta nei giganti tecnologici stessi, ma nelle implicazioni legate alla possibilità che qualcuno possa sfruttare queste tecnologie per raccogliere dati in modo massivo e utilizzarli per scopi non etici. Avendo lavorato per anni nel campo dell'informatica forense, capisco quanto sia facile per le autorità richiedere dati che già esistono. E quando le informazioni sono già disponibili, la tentazione di sfruttarle diventa troppo grande.

Immaginate un governo che voglia monitorare specifiche attività o individui. Questi strumenti potrebbero diventare una sorta di macchina di controllo, un po' come la Stasi nei suoi giorni peggiori, ma con la potenza e la pervasività della tecnologia moderna. Anche se queste aziende non hanno intenzione di abusare dei dati, la possibilità tecnica esiste ed è difficile ignorarla.

In conclusione, mentre queste tecnologie promettono di migliorare la nostra sicurezza e produttività, dobbiamo essere estremamente cauti nel loro utilizzo e vigilare affinché non diventino strumenti di sorveglianza di massa. Grazie per aver ascoltato questo episodio di Ciao Internet. Vi invito a unirvi ai nostri gruppi su WhatsApp e Telegram per restare connessi e aggiornati su tutte le novità. E se non siete ancora iscritti al canale, è il momento giusto per farlo. Restate vigili e, come sempre, grazie per l'ascolto.