Oggi parliamo di un argomento piuttosto controverso: la crittografia nelle piattaforme di messaggistica e le dichiarazioni del primo ministro inglese, Theresa May. Secondo May, queste piattaforme, cifrando i contenuti, aiuterebbero i terroristi. Un'affermazione che, a mio avviso, presenta diverse criticità. Se davvero la crittografia fosse un problema così grave, perché non considerare anche altri reati come la pedofilia o l'evasione fiscale, che potrebbero anch'essi trarre vantaggio dalla crittografia?
Non sono un difensore incondizionato delle piattaforme; sono stato tra i primi a criticare Twitter per la sua gestione lassista dei contenuti terroristici e dei discorsi di odio. Tuttavia, quando si tratta di crittografia, il discorso cambia. L'idea che il governo debba poter controllare tutto è preoccupante. Vietare la crittografia non eliminerà la sua esistenza. Chiunque, con un minimo di competenze, potrebbe creare nuove piattaforme cifrate. La crittografia è una branca della matematica, e vietarla equivarrebbe a limitare la libertà scientifica e intellettuale.
Questa posizione mi ricorda l'oscurantismo di altre epoche storiche, un periodo che sembra essere particolarmente caro al primo ministro inglese. Dobbiamo assicurarci che questo non diventi un modello anche per altri paesi, inclusa l'Italia, e soprattutto per noi stessi.

In questa Puntata
Theresa May critica le piattaforme di messaggistica per l'uso della crittografia, sostenendo che favoriscono il terrorismo. Tuttavia, la crittografia è una parte essenziale della matematica e vietarne l'uso non risolverebbe il problema, ma promuoverebbe l'oscurantismo. La discussione si concentra sull'importanza della crittografia e sui rischi di limitazioni governative.