OpenAI e Google contro il Copyright #1383

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 17.03.2025

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In questa Puntata

OpenAI e Google chiedono all'amministrazione statunitense di consentire l'utilizzo di dati protetti da copyright per addestrare l'intelligenza artificiale, sollevando un dibattito sulla supremazia tecnologica e la protezione dei diritti d'autore. La questione potrebbe influenzare le politiche globali e la distribuzione del potere tecnologico tra le nazioni.
Recentemente, OpenAI ha inviato una lettera all'amministrazione statunitense, firmata da Sam Altman, chiedendo di poter utilizzare qualunque contenuto, protetto o meno da copyright, per addestrare la sua intelligenza artificiale. Questo appello è stato seguito da una richiesta simile da parte di Google, che sostiene una lettura più ampia del concetto di fair use per permettere l'uso di contenuti a scopi scientifici e di addestramento. La proposta di OpenAI e Google rappresenta un cambiamento radicale rispetto all'attuale equilibrio, dove il creatore è il titolare dei diritti.

La richiesta di esenzione totale dal copyright solleva tensioni tra sostenitori dei diritti d'autore e promotori dell'innovazione tecnologica. Altman argomenta che senza un approccio flessibile, gli Stati Uniti rischiano di essere superati dalla Cina nella corsa all'intelligenza artificiale, presentando la protezione del copyright come una minaccia alla sicurezza nazionale. Questa narrativa sfrutta la paura di una minaccia esterna per influenzare il consenso politico.

Se la posizione di OpenAI e Google prevalesse, potrebbe portare a un utilizzo indiscriminato dei dati protetti da copyright senza compensi per i creatori. Al contrario, una regolamentazione più severa potrebbe frammentare le legislazioni a livello globale, spingendo le aziende a sviluppare modelli in paesi con normative più indulgenti, come Singapore. In Europa, le normative sul copyright sono già più rigide, ampliando il divario con altre regioni.

La questione è di portata globale, poiché una decisione a favore dell'abolizione del copyright per l'addestramento AI potrebbe costringere altre nazioni ad adeguarsi. Un regime di open data favorirebbe i grandi colossi tecnologici a discapito dei creatori. È fondamentale trovare nuove regole per evitare un far west digitale e orientare l'innovazione verso una sostenibilità equilibrata. Tuttavia, il dibattito è acceso e non sembra esserci una soluzione facile tra apertura e chiusura. Personalmente, ritengo che il copyright potrebbe soccombere alla ricerca tecnologica, ma è un tema che continueremo a esplorare nei prossimi mesi e anni.