Resuscitato dalla AI per testimoniare in tribunale. Caso Pelkey: giustizia o Black Mirror? #1404

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 13.05.2025

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In questa Puntata

Un uomo ucciso in Arizona, Chris Peschi, viene "resuscitato" digitalmente tramite un video generato dall'intelligenza artificiale per offrire perdono al suo assassino durante un processo. Il giudice, impressionato dall'autenticità percepita del messaggio, infligge una pena superiore alle richieste della procura. L'episodio solleva questioni etiche e legali sull'uso dell'intelligenza artificiale nelle dichiarazioni giudiziarie e sull'impatto emotivo delle testimonianze digitali.
Oggi parliamo di un caso che sembra uscito da un episodio di Black Mirror, ma è pura realtà. Chris Peschi, un uomo ucciso in Arizona, è stato "resuscitato" digitalmente grazie a un video creato con l'intelligenza artificiale. Questo video è stato presentato in tribunale come dichiarazione di impatto della vittima, un documento che permette alle vittime di un reato o ai loro familiari di descrivere come il crimine li abbia colpiti emotivamente, fisicamente e finanziariamente.

La famiglia di Chris ha utilizzato un software chiamato Grasorella per generare un video in cui Chris, attraverso la sua immagine e la sua voce ricreate digitalmente, offre perdono a Gabriele Orcasitas, l'uomo colpevole del suo omicidio. Il giudice Todd Lang ha accolto favorevolmente il video, dichiarando di aver percepito autenticità e perdono nel messaggio. Questo ha portato a una sentenza di dieci anni e mezzo, superiore alle richieste della procura.

Questa situazione solleva diverse questioni etiche e legali. Da un lato, c'è il problema dell'autenticità: il messaggio di perdono è stato realmente voluto da Chris Peschi o è solo una ricostruzione fantasiosa della famiglia? Dall'altro, l'uso dell'intelligenza artificiale in tribunale potrebbe portare a una crisi di percezione, dove le emozioni autentiche dei vivi rischiano di essere oscurate da narrazioni digitali ben costruite.

La tecnologia dell'intelligenza artificiale, in grado di creare empatia profonda attraverso storytelling avanzato, potrebbe influenzare pesantemente le decisioni giudiziarie. Questo pone la giustizia di fronte a un bivio: tutelare l'autenticità o privilegiare l'efficacia emotiva? Se le storie digitali riescono a cambiare le opinioni dei giudici e delle giurie, si rischia di trasformare le aule di giustizia in una sorta di talent show, dove la narrazione più convincente prevale sulla verità.

È fondamentale che la legge e la società si interroghino su chi stia realmente parlando quando un'intelligenza artificiale viene utilizzata per veicolare messaggi in contesti così delicati. Il futuro delle aule di giustizia potrebbe diventare inquietante, con avatar digitali che vincono su tutto, compresa la verità. È un cambiamento radicale nella comunicazione forense che merita una riflessione approfondita.