Il Deepfake di Blaze Foley su Spotify: Artisti "resuscitati" per Frodi Musicali? #1435

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 25.07.2025

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In questa Puntata

La vicenda di Blaze Foley su Spotify mette in luce un problema crescente di frodi musicali, dove brani non autentici vengono pubblicati sotto il nome di artisti defunti per sfruttare il sistema di royalty per stream. Questo fenomeno solleva questioni sulla tracciabilità e l'autenticità dei contenuti digitali, richiedendo un equilibrio tra automazione e supervisione umana per garantire la fiducia degli utenti nelle piattaforme.
In questo episodio, esploro il caso di Blaze Foley, un artista country deceduto nel 1989, la cui musica è stata recentemente oggetto di una frode su Spotify. Un brano intitolato "Together" è stato pubblicato sotto il suo nome, ma non ha nulla a che fare con lo stile musicale di Foley. Questo ha suscitato l'indignazione dei fan e della sua etichetta, la Lost Ark Records, che hanno criticato la scarsa qualità e l'incompatibilità del brano con il sound originale di Foley.

Questa non è un'eccezione; casi simili sono stati riscontrati con altri artisti come Guy Clark e Dane Burke. L'obiettivo di queste frodi non è tanto ingannare gli artisti, quanto sfruttare il sistema di royalty per stream, pubblicando contenuti falsi per guadagnare denaro. La questione centrale è chi controlla i controllori e come si possono prevenire tali abusi.

Ho riflettuto sulla possibilità che un autore pubblichi materiale sotto un'altra etichetta per ragioni tecniche o legali, ma mi aspetto che le piattaforme come Spotify adottino misure più rigorose per verificare l'autenticità degli account, specialmente quando si tratta di artisti deceduti. Questo fenomeno richiede un sistema di controllo che bilanci automazione e supervisione umana, garantendo trasparenza e fiducia agli utenti.

Inoltre, ho discusso il tema della "resurrezione" digitale di persone defunte, come nel caso di Pelchi, una vittima di omicidio stradale che "testimoniò" al proprio processo. Questo solleva dilemmi etici, soprattutto quando si tratta di creare avatar digitali di persone scomparse per scopi educativi o personali. Sebbene ci siano rischi di attaccamento e mancanza di distacco, è importante riflettere su come la tecnologia possa influenzare il nostro rapporto con la memoria e la perdita.

Infine, ho condiviso alcune riflessioni personali sul mio lavoro e le mie attività nel campo della tecnologia e della reputazione, invitando gli ascoltatori a partecipare alle discussioni e a rimanere aggiornati sui temi trattati.