Raoul Bova, i messaggi, il ricatto: dal Pig Butchering alla Sextortion è un problema anche tuo #1437

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 29.07.2025

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In questa Puntata

La diffusione delle chat private di Raoul Bova ha sollevato una questione di violenza digitale e sextortion, un fenomeno che colpisce prevalentemente uomini e che spesso viene ignorato o ridicolizzato. La responsabilità mediatica nel trattare questi casi è cruciale, poiché ogni condivisione alimenta un ciclo di vittimizzazione e sfruttamento. È necessario un cambiamento nella deontologia giornalistica e una maggiore consapevolezza sociale per proteggere le vittime e contrastare la viralità di contenuti che violano la privacy.
Inizio parlando di come il gossip possa diventare un indicatore di una società problematica, e il caso di Raoul Bova è un esempio lampante. Le sue chat private con una modella sono diventate virali, trasformandosi in meme e gag sui social media. Tuttavia, dietro a questa apparente leggerezza si cela una questione grave di violenza digitale ed estorsione. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentata estorsione, a seguito di minacce ricevute da un numero spagnolo che chiedeva un "regalo" in cambio del silenzio.

Questo tipo di estorsione, noto anche come sextortion, è una forma perversa di violenza online che spesso non viene denunciata per vergogna. I numeri sono preoccupanti: un paper pubblicato quest'anno da Permesso Negato, un'organizzazione che ho fondato, riporta che 368 su 392 vittime che si sono rivolte a noi sono uomini. La Polizia Postale conferma che l'86% dei casi trattati riguarda uomini. Il modus operandi è sofisticato: un profilo fake, spesso femminile, aggancia la vittima, costruisce fiducia, raccoglie materiale personale e poi scatta il ricatto.

Il termine "pig butchering" (macellare il maiale) descrive perfettamente questa dinamica, con l'uomo nel ruolo della vittima. Gli uomini sono più vulnerabili a queste truffe per vari motivi, tra cui un reddito discrezionale più alto e una retorica che li vede come carnefici piuttosto che vittime. Questo stigma impedisce spesso di parlare apertamente delle loro esperienze.

La responsabilità dei media è enorme. Ogni click, condivisione e articolo sensazionalistico contribuisce a un ciclo di vittimizzazione secondaria, dove la violazione della privacy diventa business. Il giornalismo dovrebbe proteggere la dignità delle persone, non amplificare la loro sofferenza. È necessario un nuovo codice deontologico digitale che metta al centro le vittime, con sanzioni reali per chi viola questi principi.

Per chi è vittima di sextortion, il consiglio è di non pagare mai, poiché questo alimenta solo un ciclo di richieste crescenti. Bloccare l'estorsore, denunciare alla polizia postale e cercare supporto da organizzazioni come Permesso Negato sono passi fondamentali. Nessuno è solo in questa battaglia, e ci sono risorse legali e psicologiche gratuite disponibili.

Il caso di Raoul Bova è un monito per tutti noi. Dobbiamo smettere di ridere di queste situazioni e iniziare a prenderle sul serio, riconoscendo che in una società digitale siamo tutti potenziali vittime e complici. Solo quando la rete si rivolta contro di noi ci rendiamo conto di quanto sia necessaria una maggiore consapevolezza e responsabilità.

🎙️ Ospite: Nessun ospite in questa puntata.