Durante una videochiamata su FaceTime, iOS 26 introduce una funzione che, in caso di situazioni potenzialmente imbarazzanti, mostra un pop-up che chiede se si desidera continuare. Questa novità, pensata per tutelare la privacy e la dignità degli utenti, è stata progettata per ridurre il rischio di esposizione accidentale di immagini personali. Nonostante non sia una soluzione definitiva, l'algoritmo dietro questa funzione ha dimostrato di avere un effetto dissuasivo significativo, riducendo del 10% le azioni impulsive degli utenti.
L'elaborazione avviene direttamente sul dispositivo, garantendo che i dati non escano dal cellulare. Tuttavia, la funzione solleva interrogativi sulla natura di FaceTime come piattaforma: deve essere un canale neutrale o un guardiano proattivo dei contenuti? L'implementazione di questo filtro rappresenta una forma di sorveglianza continua, in quanto l'intelligenza artificiale analizza i frame video per rilevare contenuti sensibili.
Questa tecnologia, pur essendo un esempio di privacy by design, solleva preoccupazioni sul potenziale abuso da parte di governi o altre entità che potrebbero richiedere l'accesso o la segnalazione di determinati contenuti. Sebbene attualmente sia limitata a specifiche situazioni, la possibilità che diventi uno standard solleva ulteriori interrogativi etici e legali. La funzione, infatti, potrebbe essere utilizzata per bloccare altri tipi di contenuti, sollevando tensioni tra la protezione della privacy individuale e l'interesse pubblico.
La funzione di Apple potrebbe innescare un effetto emulativo tra le aziende, spingendo altri a implementare soluzioni simili. Tuttavia, il rischio è che l'adozione di queste tecnologie possa portare a un controllo eccessivo, compromettendo la neutralità delle piattaforme di comunicazione. La discussione resta aperta su quanto sia giusto che le piattaforme intervengano su contenuti privati, anche quando sono protetti da crittografia.

In questa Puntata
Apple introduce una nuova funzione in iOS 26 per FaceTime, progettata per proteggere la privacy degli utenti durante le videochiamate. Questa funzione utilizza un algoritmo per rilevare situazioni potenzialmente imbarazzanti e avvisa l'utente con un pop-up, riducendo il rischio di esposizione non intenzionale. La funzione solleva questioni di privacy e controllo, poiché l'intelligenza artificiale analizza i contenuti in tempo reale, sollevando dubbi sull'eventuale sorveglianza e sull'uso di dati personali.