Ciao internet, oggi sono particolarmente arrabbiato, e quando sono arrabbiato non sono esattamente un tipo gentile e accomodante. Voglio parlarvi di Roberto Mugnai, un uomo di Cavezzo, in provincia di Modena. Guardate bene la sua faccia, perché questo episodio riguarda lui e le sue parole inaccettabili. La storia parte da un’antica pratica romana chiamata "damnatio memoriae", dove i criminali particolarmente esecrabili venivano cancellati dalla memoria storica, eliminati dagli albi pubblici e dimenticati per sempre.
Oggi voglio proporre una versione moderna di questa pratica. Roberto Mugnai ha commentato una notizia tragica sulla Gazzetta di Reggio riguardante il ritrovamento del cadavere di un bambino pakistano scomparso, il piccolo Ali. Il commento di Mugnai recitava: "Per fortuna che l'hanno trovato morto, se no ci toccava mantenere". Questo tipo di affermazioni sono un chiaro esempio di come le parole online possano avere conseguenze devastanti e di come una persona possa essere ricordata per sempre per le sue azioni riprovevoli.
Lavoro nel campo della reputazione online e racconto spesso episodi di questo tipo. Il caso di Mugnai è emblematico, e non basta una semplice scusa per cancellare quello che è stato detto. Le sue scuse, per quanto formali, non possono riparare il danno fatto. Non è possibile "sparare" a qualcuno con parole così pesanti e poi semplicemente chiedere scusa.
La "damnatio memoriae" moderna dovrebbe servire a ricordare chi siamo veramente attraverso le nostre azioni online. Roberto Mugnai sarà ricordato come colui che ha insultato un bambino morto con un commento razzista e oltraggioso, rivelando la sua vera natura. E voi, cosa ne pensate? Vi piacerebbe vedere una damnatio memoriae contemporanea per ricordare persone come Mugnai? Fatemelo sapere nei commenti o raccontate questa storia. Grazie per avermi ascoltato e, come sempre, state parati!

I contenuti dell'Episodio #215
In questo episodio di "Ciao Internet", mi trovo a riflettere su un episodio di inciviltà online che mi ha profondamente colpito. Parlo di Roberto Mugnai, un uomo che ha commentato in modo razzista e oltraggioso il ritrovamento di un bambino morto. Confronto questo comportamento con l'antica pratica romana della "damnatio memoriae", suggerendo che persone come Mugnai dovrebbero essere ricordate per le loro azioni spregevoli. Invito gli ascoltatori a riflettere sulla responsabilità delle proprie azioni online e sull'importanza di essere consapevoli delle conseguenze delle proprie parole.