In Spagna, la tensione tra il governo centrale e la Catalogna ha raggiunto un nuovo picco con il referendum per l'autonomia promosso dalla regione. Questo referendum, considerato illegale e anticostituzionale dal governo spagnolo, ha portato a una serie di azioni repressive, tra cui il sequestro di volantini e la rimozione di materiali di propaganda. Tuttavia, l'elemento più controverso è stato il sequestro dei domini web legati al referendum.
La Catalogna utilizza un proprio TLD, .cat, gestito da un registro simile a quelli presenti in altri paesi. Il 12 settembre, il registro ha ricevuto una richiesta di oscurare tutti i domini .cat associati al referendum, che coinvolgevano circa 100.000 domini. Il rifiuto del registro di conformarsi ha portato la Guardia Civil a fare irruzione nei loro uffici e sequestrare i computer, oltre a procedere con l'arresto del CTO del registro.
Questa azione ha sollevato gravi preoccupazioni a livello internazionale, poiché rappresenta uno dei primi tentativi di censura su vasta scala di un intero TLD per motivi politici. La reazione è stata forte, con campagne di solidarietà che utilizzano l'hashtag #totsambutupep, in supporto del CTO arrestato.
Il silenziamento di un intero TLD per motivi politici è visto come un precedente pericoloso. Sebbene sia legittimo oscurare singoli domini che violano la legge, l'azione intrapresa dal governo spagnolo viene considerata eccessiva e minacciosa per la libertà di espressione. Questo caso solleva interrogativi importanti su come i governi possono utilizzare il controllo dei domini per limitare il dissenso politico e impone una riflessione su quali misure siano appropriate e proporzionate in tali situazioni.

In questa Puntata
In Spagna, la questione dell'indipendenza della Catalogna ha portato a un caso di censura senza precedenti, con il sequestro di domini web legati al referendum per l'autonomia. La Guardia Civil ha sequestrato i computer del gestore dei domini .cat e arrestato il CTO, suscitando preoccupazioni sulla libertà di espressione e l'uso del potere governativo per sopprimere il dissenso politico.