Oggi vi racconto una storia che ha come protagonisti ProtonMail e Google, una vicenda che solleva interrogativi importanti sulla trasparenza degli algoritmi e sull'equità nel mondo digitale. ProtonMail, nato nel 2014 grazie a un crowdfunding, è un servizio di email cifrate e sicure che ha rapidamente guadagnato popolarità. Nel 2015, con il lancio della sua seconda versione, ProtonMail ha visto un'esplosione di utenti attivi, passando da mezzo milione a oltre un milione in pochissimo tempo.
Tuttavia, proprio in concomitanza con questo successo, si sono accorti di un'anomalia preoccupante: la loro posizione sui risultati di ricerca di Google è improvvisamente crollata. Da essere costantemente tra la prima e la terza posizione, ProtonMail è sparito dalle prime pagine dei risultati di Google. Paradossalmente, su altri motori di ricerca come Bing e Yahoo, la loro posizione rimaneva invariata, sempre tra la prima e la terza posizione per le ricerche di "Secure email" e "Encrypted email". Questo blackout su Google ha avuto un impatto devastante, riducendo la loro potenziale crescita del 25%.
Dopo numerosi tentativi di contattare Google per chiedere spiegazioni e una possibile reintegrazione, ProtonMail ha deciso di adottare un approccio più diretto. Hanno contattato Matt Cutts, all'epoca responsabile della parte search di Google, tramite un tweet, insinuando di avere prove della loro rimozione attiva dai risultati. Sorprendentemente, in pochi giorni, la situazione si è risolta e ProtonMail è tornato ai vertici dei risultati di ricerca su Google.
Tuttavia, il motivo di questo incidente non è mai stato chiarito da Google, che si è limitata a dire di aver risolto il problema. Personalmente, non credo che si sia trattato di un tentativo deliberato di oscurare un competitor con un milione di utenti; piuttosto, penso che sia stata un'anomalia dell'algoritmo. Questo episodio, però, mette in luce un problema più ampio: la mancanza di "Algorithmic Accountability", o trasparenza degli algoritmi.
Quando un algoritmo ha un ruolo dominante in un mercato, come nel caso di Google, che rappresenta oltre il 90% delle ricerche in Europa, la sua opacità può minare le regole della concorrenza. Algoritmi opachi possono essere manipolati per restituire risultati adulterati a vantaggio di chi li gestisce, e questo è pericoloso. Il problema diventa ancora più complesso quando consideriamo l'uso crescente degli algoritmi in settori critici, come il credito o l'accesso ai prestiti.
È fondamentale che ci sia trasparenza nelle logiche che governano questi algoritmi, perché un conto è essere governati da macchine che operano in modo imparziale, un altro è essere soggetti a influenze che non possiamo conoscere. Questo è un tema cruciale che dovremo affrontare con l'avanzamento delle tecnologie.
Concludo invitandovi a lasciare un commento se questo episodio vi è piaciuto e a seguire i miei canali per non perdere i prossimi episodi. Grazie per aver ascoltato e alla prossima puntata. E state parati.

I contenuti dell'Episodio #36
In questo episodio di Ciao Internet, esploriamo un caso emblematico di come gli algoritmi dei motori di ricerca possano influenzare il destino di un'azienda. Parliamo di ProtonMail, un servizio di email sicure, e del suo improvviso declino nei risultati di ricerca di Google, che ha avuto un impatto significativo sulla loro crescita. Discutiamo del concetto di "trasparenza algoritmica" e delle implicazioni di avere algoritmi opachi che possono essere manipolati, esaminando le sfide che questo comporta per la concorrenza equa e per il mercato.