Ciao Internet! Oggi voglio condividere con voi qualcosa che ha fatto parecchio rumore. Durante una tranquilla domenica mattina, ho deciso di pubblicare un video dal titolo provocatorio "La blockchain ha rotto il cazzo". Devo ammettere che sono rimasto affascinato da come il mondo della blockchain italiana abbia reagito. Il video è diventato virale e ha scatenato una serie di reazioni, alcune delle quali mi hanno sorpreso positivamente. Tra i miei amici esperti e altre persone del settore, ci sono state opinioni contrastanti, ma ciò che mi ha colpito di più è stata la mia prima esperienza di un video di reazione dedicato al mio contenuto. Blockchain Cafè, un gruppo davvero competente, ha addirittura dedicato un video di risposta. Un'occasione unica per approfondire e discutere.
Ma perché un video contro la blockchain e perché così sboccato? Innanzitutto, uno stile comunicativo più diretto e crudo può scuotere chi non è abituato a confrontarsi con critiche così esplicite. Mi dispiace solo per Marta, che è stata coinvolta nel video e che non si aspettava un tono così acceso. Marta, ti prometto che non ti metterò più in una situazione del genere, perché meriti di essere trattata con la stessa dolcezza che tu regali agli altri.
Passando al contenuto, perché criticare la blockchain? La tecnologia ha superato il livello di hype, e spesso viene presentata come soluzione universale, anche dove non è necessaria o addirittura controproducente. È fondamentale distinguere tra ciò che è utile e ciò che è solo moda passeggera. Le soluzioni basate sulla blockchain fatte per hype rischiano di fallire miseramente, portando a un generale discredito della tecnologia stessa.
Ho voluto rispondere punto per punto alle critiche di Blockchain Cafè. Ad esempio, la sicurezza dei digital twin è una questione complessa che non può essere risolta semplicemente con la blockchain. Quando viene venduta come la panacea per tutti i mali, si crea un danno non solo alla tecnologia, ma anche ai consumatori ingannati da una falsa sicurezza. La blockchain è perfetta per garantire l'inalterabilità di asset digitali, ma non può risolvere problemi di sicurezza end-to-end senza un'adeguata infrastruttura.
Un altro punto importante è il voto elettronico su blockchain. Sebbene la tecnologia possa sembrare promettente, attualmente non esistono sistemi elettronici sufficientemente sicuri per le votazioni. La blockchain non cambierà questo stato di cose, perché il problema risiede nel canale di comunicazione, non nella tecnologia stessa. Non possiamo permetterci di sperimentare con sistemi critici come il voto elettronico senza la certezza della sicurezza.
Infine, ho criticato l'approccio di chi vede la blockchain come la soluzione a tutto senza valutare criticamente la sua applicabilità. È un atteggiamento imprenditoriale pericoloso che può portare a investimenti fallimentari. La tecnologia va usata dove serve, non venduta come una panacea.
In sintesi, il video è stato un modo per stimolare una discussione più matura sulla blockchain. Mi aspetto che la community inizi a smentire applicazioni fraudolente o inutili della tecnologia, invece di alimentare false speranze. Voglio una blockchain che sia usata per le sue reali potenzialità, non per moda. E mi scuso ancora con Marta per averla coinvolta in questa polemica. Grazie a Blockchain Cafè per lo stimolo al dibattito. La discussione è aperta e vi invito a partecipare, magari anche in trasmissione. Raccontatemi cosa ne pensate.

I contenuti dell'Episodio #445
In questo episodio di "Ciao Internet", affrontiamo un argomento scottante: la blockchain. Con una provocazione dal titolo "La blockchain ha rotto il cazzo", ho scatenato una tempesta di reazioni nel mondo della blockchain italiana. Insieme a Marta, ho messo in discussione l'utilità e l'hype eccessivo attorno a questa tecnologia, suscitando diverse reazioni, da chi è d'accordo con la mia critica a chi ha voluto rispondere con video di reazione. Discutiamo delle reali applicazioni della blockchain, delle sue limitazioni e della necessità di un approccio più critico e maturo da parte della community.