Inizio con una storia che illustra perfettamente come le buone intenzioni possano portare a risultati indesiderati: l'Effetto Cobra. Durante il periodo coloniale in India, gli inglesi offrirono ricompense per ogni cobra ucciso, sperando di ridurre la popolazione di serpenti. Tuttavia, gli indiani iniziarono ad allevare cobra per ottenere le ricompense, e quando gli incentivi furono ritirati, i cobra vennero liberati, peggiorando la situazione iniziale.
Questo aneddoto è un perfetto preludio per discutere del disegno di legge 2086 del Senato italiano, che mira a modificare il codice penale per responsabilizzare le piattaforme digitali nella lotta contro la diffusione di contenuti di violenza, autolesionismo e incitazione al suicidio. L'intento è nobile, ma il rischio è quello di ottenere l'effetto opposto, come nel caso dei cobra.
Il DDL 2086 si propone di modificare gli articoli 414 e 580 del codice penale, introducendo obblighi per i gestori delle piattaforme, come Facebook, Google e TikTok, di rimuovere contenuti dannosi. Tuttavia, ci sono almeno tre ordini di problemi con questo approccio.
Il primo è di natura legale. Il disegno di legge contrasta con il Digital Service Act europeo, che deresponsabilizza parzialmente le piattaforme dai controlli preventivi sui contenuti. Inoltre, gli obblighi proposti sono più stringenti di quelli previsti dalla direttiva europea 2021-784 in materia di terrorismo, sollevando dubbi sulla loro fattibilità.
Il secondo problema riguarda l'analisi automatica dei contenuti. Con milioni di contenuti caricati ogni minuto, è impensabile che un controllo umano possa essere efficace. Anche l'intelligenza artificiale ha limiti significativi, poiché i contenuti lesivi spesso richiedono un contesto e un'esperienza che le macchine non possono fornire. Frasi apparentemente innocue possono avere significati profondi e dannosi solo in specifici contesti personali.
Infine, il terzo problema è il potere che verrebbe conferito ai social network. Dare loro la responsabilità di giudicare quali contenuti possono rimanere sulle piattaforme equivale a conferirgli un potere enorme, che può portare a una censura eccessiva nel tentativo di evitare responsabilità legali. Questo potrebbe soffocare la libertà di espressione e non risolvere efficacemente il problema.
Le alternative che propongo includono una collaborazione più stretta con organismi esistenti e l'implementazione di tecnologie di fingerprinting per prevenire la ricarica di contenuti dannosi. Queste soluzioni potrebbero offrire un equilibrio tra responsabilità e libertà, riducendo la diffusione di contenuti problematici senza attribuire poteri eccessivi ai social network.
Vi invito a riflettere su queste considerazioni e a discutere del DDL con amici e politici, poiché le conseguenze della sua approvazione potrebbero essere gravi e durature.
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Il disegno di legge 2086 del Senato italiano, volto a modificare il codice penale per responsabilizzare le piattaforme digitali nella lotta contro la diffusione di contenuti violenti e di autolesionismo, potrebbe avere effetti indesiderati. Tra i problemi principali, si evidenziano le contraddizioni con il Digital Service Act europeo, l'inefficacia dell'analisi automatica dei contenuti e il rischio di attribuire un potere eccessivo ai social network nella gestione dei contenuti.