Rayban Stories: parliamo dei nuovi occhiali di Facebook

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 11.10.2021

Copertina del video: 901. Rayban Stories: parliamo dei nuovi occhiali di Facebook

I contenuti dell'Episodio #901

In questa puntata di "Ciao Internet", insieme a Guido Scorza, discutiamo dei nuovi occhiali Ray-Ban Stories di Facebook e del loro impatto sulla privacy e sulla società. Analizzo le caratteristiche tecniche di questi dispositivi e rifletto su come la tecnologia indossabile stia cambiando il nostro modo di interagire con la realtà e la privacy.
Benvenuti a una nuova puntata di "Ciao Internet". Oggi sono particolarmente entusiasta di discutere di un argomento che Guido mi ha anticipato e che mi ha subito incuriosito: gli occhiali Ray-Ban Stories di Facebook. Guido è riuscito a metterci le mani sopra prima di me, grazie a un colpo di fortuna a Roma. Ci troviamo di fronte a una tecnologia che riporta in auge l'idea dei Google Glass, ma con un tocco innovativo.

Questi occhiali non sono solo un gadget tecnologico. Sono un dispositivo che si interfaccia con il nostro smartphone, permettendoci di catturare brevi video e foto direttamente dal nostro punto di vista. Inoltre, integrano un assistente vocale, ampliando le possibilità di utilizzo. È evidente che Facebook stia investendo in un ecosistema più ampio che mira al metaverso, dove la linea tra mondo fisico e digitale si assottiglia sempre di più.

Dal punto di vista della protezione dei dati, c'è stato un dibattito iniziale, soprattutto considerando che Facebook ha il suo quartier generale europeo a Dublino. Le autorità italiane hanno espresso qualche perplessità riguardo a possibili usi impropri di questi occhiali, in particolare sui trattamenti dei dati personali che possono avvenire una volta che vengono condivisi su Facebook. Tuttavia, è importante distinguere tra l'uso personale degli occhiali e la condivisione dei dati con terzi.

Discutiamo anche degli aspetti tecnici: i dati sugli occhiali sono cifrati, il che aggiunge un livello di sicurezza non trascurabile rispetto ad altri dispositivi simili. Il led bianco che si accende durante la registrazione è stato scelto per essere visibile anche da lontano, un dettaglio che rende l'atto di registrare più trasparente rispetto a una semplice fotocamera nascosta.

Ragioniamo su come questi dispositivi richiedano un nuovo tipo di educazione sia per chi li utilizza sia per chi ne è soggetto. È fondamentale che ci sia una consapevolezza diffusa riguardo a ciò che significa essere filmati, e come riconoscere i segnali che indicano quando qualcuno sta registrando.

Infine, riflettiamo su come affrontare il potenziale impatto sociale di questi occhiali. Non vogliamo demonizzare la tecnologia, ma piuttosto utilizzarla come un'opportunità per educare e sensibilizzare su questioni di privacy e convivenza. La discussione resta aperta, e sono curioso di sapere cosa ne pensate voi ascoltatori.