In questo episodio, insieme a Guido Scorza, discutiamo del recente annuncio di Meta di sospendere il riconoscimento facciale su Facebook, una decisione che ha suscitato diverse riflessioni. Meta ha difeso a lungo questa tecnologia, investendo ingenti somme in sanzioni e risarcimenti, ma la scelta di sospenderla solleva interrogativi sulle motivazioni sottostanti. Nonostante il riconoscimento facciale fosse attivo solo con il consenso degli utenti, la decisione di eliminare i dati di un miliardo di persone evidenzia una mancanza di regolamentazione chiara e un dibattito aperto sui rischi e benefici di tale tecnologia.
Scorza sottolinea come l'assenza di normative forti a livello globale e la proposta di regolamento dell'Unione Europea, ancora in fase di sviluppo, lascino un vuoto che aziende come Meta stanno cercando di colmare autonomamente. La preoccupazione principale è l'uso della tecnologia da parte delle forze dell'ordine e dei governi, che potrebbe trasformare la sorveglianza da un'attività mirata a una di massa, mettendo a rischio la privacy dei cittadini.
Abbiamo anche discusso di iniziative come la campagna "Reclaim Your Face", che mira a bloccare l'uso indiscriminato del riconoscimento facciale, e del problema della proporzionalità e necessità nell'applicazione di queste tecnologie. In Italia, ad esempio, manca una normativa che autorizzi l'uso del riconoscimento facciale da parte delle amministrazioni pubbliche, e qualsiasi tentativo di implementarlo senza una legge sarebbe difficile da giustificare.
In conclusione, il riconoscimento facciale rappresenta una sfida complessa che richiede un equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione dei diritti fondamentali, e la mancanza di regolamentazioni chiare rischia di lasciare spazio a usi potenzialmente dannosi della tecnologia.
🎙️ Ospite: Guido Scorza, membro dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

In questa Puntata
Il riconoscimento facciale è al centro di un dibattito globale sulla privacy e l'etica, con grandi aziende come Meta che sospendono l'uso di questa tecnologia per motivi di sicurezza e pressione normativa. La discussione si estende all'uso pubblico della tecnologia, sollevando preoccupazioni sulla sorveglianza di massa e la mancanza di regolamentazioni chiare, mentre alcune città e paesi sperimentano o vietano la tecnologia.