La recente iniziativa del Comune di Roma di regalare abbonamenti annuali ai sopravvissuti della Shoah, promossa in occasione della Giornata della Memoria, ha suscitato diverse critiche. In superficie, l'idea può sembrare nobile, ma un'analisi più approfondita rivela problemi significativi. Primo fra tutti, la scelta di utilizzare un evento tragico come la Shoah per scopi di marketing appare inopportuna e poco rispettosa. In pratica, l'offerta dell'abbonamento si riduce a una spesa minima, considerando che i sopravvissuti, per la loro età avanzata, già godono di esenzioni sui trasporti pubblici.
Dietro questa iniziativa c'è una collaborazione di co-branding con altre entità, il che solleva ulteriori interrogativi sulla capacità del Comune di investire autonomamente in progetti di valore sociale. Questo approccio non solo mette in cattiva luce l'amministrazione, ma solleva anche preoccupazioni sul modo in cui vengono gestite le risorse pubbliche. Infine, emerge un problema più profondo legato alla gestione dei dati. Il Comune sembra non avere una chiara consapevolezza dei propri registri anagrafici, il che impedisce di dimensionare correttamente le iniziative e di comprendere le reali esigenze della popolazione.
Questa situazione non solo suscita perplessità, ma evidenzia anche una mancanza di sensibilità e di capacità organizzativa che dovrebbe essere affrontata con urgenza. La gestione dei dati e la comunicazione istituzionale sono aspetti fondamentali che richiedono attenzione e competenza per evitare situazioni imbarazzanti e inefficaci come questa.

In questa Puntata
L'iniziativa del Comune di Roma di offrire abbonamenti gratuiti ai sopravvissuti della Shoah si rivela un'operazione di marketing mal concepita. A oltre 70 anni dall'Olocausto, i pochi sopravvissuti romani già beneficiano di esenzioni per età e reddito. Il Comune dimostra una scarsa conoscenza dei propri dati anagrafici, sollevando dubbi sulla gestione delle risorse e sulla sensibilità comunicativa.