Oggi parliamo di un caso emblematico di cattiva gestione e comunicazione istituzionale che riguarda il Comune di Roma. L'episodio prende le mosse dalla celebrazione della giornata della memoria, il 27 gennaio, una ricorrenza che onora le vittime della Shoah. In questa occasione, il Comune ha deciso di annunciare, con grande enfasi, una mossa che definirei più di marketing che di sostanza: l'abbonamento gratuito ai trasporti pubblici per i sopravvissuti allo sterminio. Un gesto apparentemente nobile, ma che con un'analisi più approfondita si rivela inadeguato e, oserei dire, un po' ipocrita.
Innanzitutto, parliamo di un'iniziativa rivolta a persone che, dati i 70 anni trascorsi dagli eventi della Shoah, hanno oggi un'età avanzata. I sopravvissuti, ormai anziani, sono già esenti dal pagamento dell'abbonamento se il loro reddito è inferiore a 15.000 euro l'anno. Una semplice indagine giornalistica, condotta da Repubblica, ha rivelato che tutti e dieci i sopravvissuti romani godono già di questa esenzione. Qui emerge il primo problema: perché usare un tema così delicato come quello della Shoah per una campagna comunicativa che si risolve in una mera operazione di immagine, dal costo stimato di appena 1.500 euro l'anno?
Il secondo problema riguarda la natura dell'iniziativa stessa, che non è nemmeno un progetto autonomo del Comune di Roma, ma il risultato di un'operazione di co-branding e co-marketing. Questo implica che il Comune ha dovuto cercare finanziamenti esterni per coprire le spese, mettendosi in una posizione scomoda e, francamente, un po' umiliante. L'impressione è quella di una città che non è disposta a investire nemmeno una somma modesta per una causa che dovrebbe essere di pubblico interesse. Si potrebbe pensare che la paura di critiche da parte di alcuni ambienti politici abbia influenzato questa scelta, ma ciò non toglie che il risultato sia poco edificante.
Infine, il terzo e più significativo problema è di natura amministrativa. Il Comune di Roma sembra non avere un'idea chiara del numero di cittadini a cui rivolgere un'iniziativa del genere. Questo solleva interrogativi sulla capacità dell'amministrazione di gestire e utilizzare i dati demografici a sua disposizione. Possibile che non sappiano leggere i dati dell'anagrafe comunale? Questa mancanza di competenza non solo mina l'efficacia delle decisioni politiche, ma mette in dubbio l'intera struttura amministrativa della città.
Questi problemi mi portano a riflettere su quanto sia fondamentale, per un'istituzione pubblica, avere una chiara comprensione delle proprie risorse e dei propri cittadini. La superficialità con cui è stata trattata questa iniziativa non fa altro che alimentare il senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni. E, più che farmi sorridere, questa situazione mi lascia con un profondo senso di tristezza.

I contenuti dell'Episodio #93
Ciao Internet, oggi voglio parlare di una questione che mi ha lasciato con un senso di tristezza più che di ironia: la gestione da parte del Comune di Roma di un'iniziativa per la giornata della memoria. Non è solo una questione di gaffes comunicative, ma di un'intera metodologia che sembra non funzionare. Analizziamo insieme i diversi livelli di problemi che questa situazione ha sollevato.