Benvenuti a questo nuovo episodio di "Ciao Internet," dove oggi affrontiamo un tema che potrebbe sembrare uscito direttamente da un romanzo di fantascienza, ma che è invece una realtà attuale e piuttosto inquietante. Parliamo del sistema di pre-crimine in fase di sperimentazione in Inghilterra. In compagnia di Guido, esploriamo le implicazioni di questa tecnologia che, come il famoso film "Minority Report," mira a prevenire crimini prima che vengano commessi.
L'Inghilterra ha sviluppato un sistema, l'Offender Assessment System, che utilizza dati personali, inclusi quelli sulla salute mentale, per valutare la probabilità che un individuo possa commettere un crimine in futuro. Questo sistema si ispira, in parte, a Compass, un progetto simile negli Stati Uniti, che però è stato abbandonato a causa dei suoi pregiudizi e delle sue imprecisioni. La cosa che mi inquieta maggiormente è che per operare, questo sistema deve attingere a dati sensibili, come quelli delle cartelle cliniche, violando così la privacy degli individui.
Discutiamo di come questo approccio sia lontano anni luce dalle normative europee, come il GDPR, che ci tutelano da simili invasioni della privacy. Eppure, la vicinanza geografica e culturale dell'Inghilterra ci fa temere che tali idee possano trovare terreno fertile anche altrove. Guido ed io ci troviamo d'accordo nel ritenere questo esperimento una pessima idea, una che rischia di emulare le peggiori distopie.
La conversazione si arricchisce con riferimenti storici, come quelli del giudice Holmes e di Louis Brandeis, che già nel 1927 mettevano in guardia contro i rischi di un governo che persegue il crimine a scapito dei diritti civili. Mi trovo d'accordo con Guido nel sottolineare che le persone dovrebbero essere giudicate per ciò che fanno, non per ciò che un algoritmo predice che potrebbero fare.
In conclusione, la questione si sposta sull'educazione e sulla cultura dei diritti umani. È fondamentale investire in educazione per far comprendere alle persone il valore intrinseco dei loro diritti, soprattutto in un'epoca in cui la tecnologia avanza e ci pone davanti a dilemmi etici sempre più complessi. Senza un cambiamento culturale profondo, rischiamo che queste tecnologie vengano accettate senza una critica adeguata, compromettendo la nostra libertà per una promessa di sicurezza che è, alla fine, un miraggio.

I contenuti dell'Episodio #GA-126
In questa puntata di "Ciao Internet," mi addentro insieme a Guido in un discorso complesso e inquietante sull'utilizzo della tecnologia predittiva nel sistema giudiziario inglese. Partendo da un'analisi critica delle implicazioni di un sistema di pre-crimine, simile a quello immaginato in "Minority Report," esploriamo le insidie e le implicazioni etiche di affidarsi agli algoritmi per prevenire i crimini. Un dibattito che ci porta a riflettere sui delicati equilibri tra sicurezza e libertà individuali.