Questo weekend ho avuto l'opportunità di guardare il Festival di Sanremo, un evento che, nonostante non segua abitualmente, mi ha sorpreso per la sua capacità di intrattenere. In compagnia di Gianluca Neri, Gabardini, Matteo Rosso e K., ho scoperto uno spettacolo che, pur non pretendendo di essere un evento di alta cultura come i Nobel, offre un intrattenimento ben realizzato e piacevole.
Sanremo è un'istituzione che da decenni rappresenta la musica italiana nel mondo, e quest'anno è stato condotto in maniera eccellente dai presentatori, con una gestione impeccabile anche sui social media e in streaming. Nonostante alcune canzoni mi siano piaciute più di altre, il festival ha mantenuto un livello medio di qualità che è difficile da criticare.
Un punto di discussione ricorrente riguarda i cachet dei presentatori e il costo complessivo del festival. Tuttavia, considerando che il Festival di Sanremo è costato poco più di 17 milioni di euro e ne ha recuperati tra i 23 e i 25 milioni, è evidente che si tratta di un evento economicamente sostenibile. In un periodo in cui molte istituzioni faticano a mantenere i propri bilanci, Sanremo non solo intrattiene ma genera anche utili.
Non comprendo le critiche che si ostinano a sollevare polemiche sui compensi, soprattutto quando il festival raggiunge i suoi obiettivi: diffondere la musica italiana, fornire un intrattenimento di qualità e rimanere economicamente attivo. In un contesto in cui spesso ci si lamenta di tutto e si cerca sempre qualcosa di diverso, Sanremo continua a offrire esattamente ciò che promette.

In questa Puntata
Il Festival di Sanremo, un'istituzione della musica italiana, continua a offrire uno spettacolo di intrattenimento leggero e di qualità, riuscendo a generare profitti significativi. Nonostante le critiche sui cachet e i costi, il festival si conferma un evento crossmediale di successo, capace di attrarre un vasto pubblico e di supportare la diffusione della musica italiana nel mondo.