La guerra del Tigray è un conflitto genocida che ha avuto inizio nel novembre 2020, mettendo in crisi l'intera regione settentrionale dell'Etiopia. Nonostante il silenzio mediatico, il conflitto ha visto gravi violazioni dei diritti umani, tra cui pulizia etnica e assedio, confermate da organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch. Il governo etiope, guidato dal premier Abiy Ahmed Ali, ha negato la presenza di truppe e la crisi umanitaria, nonostante le evidenze contrarie.
Il Tigray, una delle regioni più popolose dell'Etiopia, è stato isolato dal resto del mondo con un blackout elettrico e comunicativo. Questo isolamento ha impedito l'accesso agli aiuti umanitari, lasciando il 90% della popolazione in una crisi di fame e dipendente dagli aiuti internazionali. Il conflitto è alimentato da tensioni etniche e politiche, con il TPLF (Tigray People Liberation Front) dichiarato gruppo terroristico dal governo etiope, nonostante fosse al governo regionale prima dello scoppio della guerra.
La guerra informativa è un altro fronte del conflitto, con il governo etiope che ha bloccato l'accesso ai media e ai giornalisti internazionali, mentre la diaspora tigrina cerca di portare l'attenzione globale sulla crisi tramite i social media. Hashtag come #StopWarOnTigray sono stati lanciati per sensibilizzare l'opinione pubblica, ma il governo ha risposto con la propria propaganda, utilizzando hashtag come #NoMore per contrastare le informazioni esterne.
La situazione umanitaria è drammatica, con ospedali distrutti e una grave mancanza di cibo e medicinali. Nonostante la dichiarazione di una tregua umanitaria, gli aiuti sono ancora insufficienti e il blocco delle comunicazioni persiste. La comunità internazionale è chiamata a prendere coscienza di questa tragedia e a cercare soluzioni per alleviare le sofferenze della popolazione tigrina.
🎙️ Ospite: Davide Tomasin, blogger e attivista, esperto di questioni legate al Tigray e all'Etiopia.

In questa Puntata
La guerra del Tigray, iniziata nel novembre 2020, ha portato a una catastrofe umanitaria nel nord dell'Etiopia, con gravi violazioni dei diritti umani e un blackout mediatico. Mentre i media internazionali hanno ampiamente ignorato il conflitto, la regione continua a soffrire per la mancanza di accesso agli aiuti umanitari e per le tensioni etniche alimentate dalla propaganda governativa.