1080. Carlotta Rossignoli ha ragione e la vostra è invidia. Ma...

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 09.11.2022

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Carlotta Rossignoli, giovane laureata in medicina a soli 23 anni, è al centro di polemiche legate al suo successo accademico e professionale. Tra accuse di favoritismi e una narrazione mediatica poco accurata, emerge il dibattito su merito, privilegio e comunicazione strategica. La gestione comunicativa della sua immagine ha generato un effetto tossico, evidenziando la necessità di un racconto più trasparente e realistico.
Ho deciso di affrontare la questione di Carlotta Rossignoli, una giovane di talento che ha conseguito la laurea in medicina con il massimo dei voti a soli 23 anni, mentre contemporaneamente gestiva una carriera da modella e presentatrice. La sua storia ha suscitato una serie di reazioni contrastanti, spesso polarizzate tra ammirazione e invidia. Personalmente, comprendo la sua posizione e riconosco che, per ottenere tali risultati, deve aver lavorato con grande efficacia, molto più di quanto facciano molte altre persone.

Un aspetto notevole è la capacità di Carlotta di dormire poco e comunque mantenere alte prestazioni, una caratteristica che condivido e che può essere un vantaggio incredibile. Tuttavia, il successo di Carlotta è stato messo in discussione da chi sostiene che sia frutto di favoritismi. Trovo difficile credere che tutti questi presunti favoritismi possano essere stati orchestrati con tale precisione, anche con il supporto economico. Piuttosto, credo che Carlotta possieda un'altra qualità fondamentale: la faccia tosta. Questa capacità di chiedere e ottenere ciò che desidera è un superpotere che molte persone di successo condividono.

Nel mio lavoro, ho visto studenti ottenere flessibilità negli esami grazie alla loro capacità di presentare motivazioni convincenti. La faccia tosta, unita a una comunicazione efficace, può aprire molte porte. Tuttavia, il problema non risiede in Carlotta, ma nella gestione della sua comunicazione. È evidente che dietro di lei ci sia una strategia di PR mal condotta, che ha cercato di presentarla come una supereroina senza riconoscere i privilegi che ha avuto.

La narrazione proposta dai media, che la dipinge come una self-made woman senza supporto, è tossica. Non riconoscere i privilegi di partenza non solo distorce la realtà, ma rischia di far sentire inadeguate le persone che non riescono a replicare i suoi successi. Una comunicazione più trasparente dovrebbe riconoscere il supporto ricevuto e celebrare l'abilità di aver sfruttato al massimo le risorse disponibili.

Inoltre, la reazione opposta, che nega la possibilità di un tale successo senza scorciatoie, è altrettanto dannosa. È importante promuovere narrazioni che ispirino e incoraggino, piuttosto che alimentare sfiducia e cinismo. La storia di Carlotta potrebbe essere raccontata come un esempio di come si possano sfruttare i propri talenti e le opportunità, piuttosto che un caso di merito isolato e irraggiungibile.

Alla fine, il vero nemico non è Carlotta, ma la gestione comunicativa inadeguata che ha danneggiato la sua immagine. Le lezioni da trarre riguardano l'importanza di una comunicazione onesta e il riconoscimento dei propri vantaggi, che possono rendere una storia di successo più autentica e meno divisiva.