Buondì Motta, la fatina e come ammazzare a martellate le donne petulanti

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 28.11.2022

Copertina del video: 1090. Buondì Motta, la fatina e come ammazzare a martellate le donne petulanti

I contenuti dell'Episodio #1090

In questa puntata di Ciao Internet, mi immergo in una riflessione sulla controversa pubblicità della Motta, esplorando i limiti del politically incorrect e le implicazioni che simili messaggi possono avere nella società. Attraverso un'analisi della violenza di genere e della teoria dell'apprendimento sociale, metto in discussione il ruolo dei media e della pubblicità nel perpetuare stereotipi e comportamenti dannosi. Vi invito a riflettere sulle responsabilità dei creativi pubblicitari e sull'importanza di modelli positivi, soprattutto in contesti che coinvolgono i bambini.
Ciao a tutti, sono Matteo Flora e oggi voglio parlarvi della nuova pubblicità della Motta, che definire scorretta è forse un eufemismo. Questa pubblicità utilizza un umorismo che molti potrebbero trovare di cattivo gusto, suggerendo che una donna fastidiosa debba essere trattata con violenza, un tema che, purtroppo, non è lontano dalla triste realtà di molte storie di cronaca.

Le pubblicità della Motta sono note per il loro approccio deliziosamente politically incorrect. Ricordiamo tutti il meteorite che uccide la mamma o le prese in giro ai vegani. Eppure, nonostante la controversia, queste pubblicità funzionano. I pubblicitari dietro Motta sono straordinariamente abili nel creare messaggi che attirano l'attenzione, anche se in modi discutibili.

In questa puntata, vorrei collegare la pubblicità della Motta a un fenomeno più ampio: la violenza di genere. Ricordo il caso di Alessia Matteuzzi, una donna uccisa dal suo compagno, e penso a quante storie simili esistano. Queste pubblicità, seppur ironiche, rischiano di banalizzare la violenza, suggerendo implicitamente che certi comportamenti siano accettabili.

Per spiegare meglio le mie preoccupazioni, vi parlo dell'esperimento della bambola Bobo, condotto dallo psicologo Albert Bandura negli anni '60. Questo studio dimostra come i bambini apprendano modelli di comportamento attraverso l'osservazione. I bambini che vedevano un adulto comportarsi in modo aggressivo con la bambola Bobo tendevano a imitare quel comportamento. Questo ci fa pensare a quanto sia pericoloso esporre i giovani a messaggi che normalizzano la violenza.

I pubblicitari della Motta sono bravissimi nel loro lavoro, ma mi chiedo se si rendano conto delle possibili conseguenze. Mi domando se avrei il coraggio di mandare in onda una pubblicità sapendo che potrebbe influenzare negativamente qualcuno. Potrebbe essere proprio un messaggio di questo tipo, visto in un momento di vulnerabilità, a scatenare una reazione violenta.

Infine, rifletto su come le voci femminili siano spesso associate a personaggi petulanti nelle pubblicità della Motta. Mi chiedo se il team creativo non debba fare qualche seduta dallo psicologo per risolvere eventuali conflitti interni.

Vi invito a riflettere su questi temi e a raccontarmi cosa ne pensate. Se conoscete l'esperimento della bambola Bobo o altri simili, fatemi sapere. Se vi è piaciuta la puntata, non dimenticate di iscrivervi e di unirvi alla conversazione sul nostro canale Telegram. Grazie per avermi ascoltato e buon inizio settimana.