1093. DIRITTO ALL'OBLIO in caso di errori. Una nuova sentenza commentata con Giuseppe Vaciago

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 12.12.2022

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La recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha cambiato le regole del diritto all'oblio, imponendo ai motori di ricerca di rimuovere contenuti inesatti senza necessità di una decisione giurisdizionale. Questa svolta potrebbe influenzare profondamente il bilanciamento tra diritto alla privacy e libertà di espressione, con implicazioni significative per la gestione della reputazione online.
Oggi affrontiamo un tema cruciale: il diritto all'oblio e la recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ha modificato le regole del gioco. Per chi non fosse familiare, il diritto all'oblio permette di essere dimenticati dai motori di ricerca a determinate condizioni. Tutto è iniziato con il caso di Mario Costeja González, il cui nome è diventato sinonimo di questo diritto dopo una causa legata a informazioni personali indesiderate online. L'importanza del caso Costeja è stata enorme, portando a milioni di contenuti rimossi dai motori di ricerca.

Recentemente, la Corte di Giustizia ha emesso una nuova sentenza che rivoluziona ulteriormente il panorama. Ora, i motori di ricerca devono rimuovere contenuti che contengono informazioni inesatte, anche senza una decisione giurisdizionale, se l'inesattezza è manifesta e rilevante. Questo è un cambiamento significativo rispetto al passato, dove era richiesta una sentenza per provare l'inesattezza.

La sentenza nasce da un caso in cui due persone, indicate come T.U. e R.R., hanno chiesto la rimozione di articoli che descrivevano la loro società in modo critico e potenzialmente diffamatorio. La Corte ha stabilito che quando un'informazione inesatta è chiara e rilevante, deve essere rimossa. Tuttavia, se l'inesattezza non è evidente, il motore di ricerca non è obbligato a rimuovere il contenuto senza una decisione giurisdizionale.

Questa sentenza solleva questioni complesse sulla libertà di espressione e il diritto alla privacy. Da un lato, protegge gli individui da informazioni false che possono danneggiare la loro reputazione; dall'altro, potrebbe essere usata per sopprimere contenuti legittimi. I giornalisti e i motori di ricerca dovranno navigare con attenzione queste nuove acque, bilanciando il diritto alla cancellazione con il dovere di informare.

In questo scenario, la trasparenza e l'accuratezza diventano fondamentali. I giornalisti devono garantire che le loro storie siano basate su fatti verificati, mentre i motori di ricerca devono gestire le richieste di rimozione con attenzione per evitare abusi. Questa evoluzione normativa invita tutti a riflettere sul ruolo dell'informazione nell'era digitale e su come proteggere i diritti fondamentali in un mondo sempre più connesso.

🎙️ Ospite: Giuseppe Vaciago, avvocato cassazionista, esperto in diritto delle nuove tecnologie.