Cimitero dei Feti: le sanzioni del Garante

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 23.06.2023

Copertina del video: Cimitero dei Feti: le sanzioni del Garante #1155

I contenuti dell'Episodio #1155

In questa puntata di Ciao Internet, ritorniamo su un tema che avevamo già affrontato nel video 769, "Il cimitero dei feti", per discutere dei recenti sviluppi riguardanti la scandalosa pratica del Comune di Roma di seppellire i feti con targhe che riportano i nomi delle madri. Ora, finalmente, sono arrivate le sanzioni del garante della privacy contro Roma Capitale e AMA per la violazione della privacy di queste donne.
Bentornati a Ciao Internet, sono Matteo Flora e oggi riprendiamo un argomento di cui avevamo parlato nel video 769: il cimitero dei feti. Era una pratica assurda e incredibile che è venuta alla luce alla fine del 2020, quando Marta ha scoperto che il Comune di Roma aveva seppellito il suo feto con una targa che riportava il suo nome e cognome. È uno scenario che sembra uscito da un romanzo distopico, ma purtroppo era la realtà.

Questa pratica ha portato a numerosi procedimenti legali, e ora ci sono novità. Il garante della privacy ha sanzionato Roma Capitale con una multa di 167 mila euro e AMA, la società che gestisce i servizi cimiteriali, con una multa di 239 mila euro per aver violato la privacy delle donne che avevano dovuto affrontare un'interruzione di gravidanza. I loro dati personali erano stati diffusi attraverso le targhe apposte sulle sepolture dei feti presso il cimitero Flaminio, noto anche come il Giardino degli Angeli.

Ma non è tutto. L'AS Roma 1 ha ricevuto un ammonimento. Infatti, secondo la normativa vigente, i prodotti del concepimento di età inferiore alle 20 settimane possono essere sepolti solo su richiesta dei genitori. Tuttavia, la sepoltura è sempre prevista per i nati morti. Per i cosiddetti prodotti abortivi, la sepoltura può essere disposta dalla struttura sanitaria senza richiesta dei genitori, ma l'istruttoria del garante ha rilevato che i dati personali sono stati diffusi in violazione del GDPR, in particolare del principio di minimizzazione.

La AS Roma 1 aveva trasmesso ai servizi cimiteriali documentazioni con i dati identificativi delle donne, che poi sono stati riportati nei registri cimiteriali, permettendo teoricamente di risalire a chi aveva effettuato un'interruzione di gravidanza. Tutto ciò è stato fatto in aperta violazione delle normative, che prevedono che le targhe riportino solo le informazioni del defunto, non dei genitori.

Questa situazione non è solo una violazione legale, ma sembra anche una volontà politica di indurre vergogna o di catalogare queste donne. Il garante ha ora ordinato all'azienda sanitaria di non riportare più le generalità in chiaro sui documenti di trasporto e sepoltura e sui certificati medici legali. Ha inoltre prescritto misure tecniche e organizzative, come l'oscuramento dei dati, la pseudonimizzazione e la cifratura, che dovrebbero essere scontate per chi gestisce dati sensibili.

Sono soddisfatto delle sanzioni, ma credo sia cruciale continuare a vigilare, perché temo che situazioni simili possano esistere altrove in Italia. L'attacco al diritto di aborto è evidente in varie forme, e dobbiamo rimanere attenti e informati. Vi invito a leggere la notizia e il provvedimento, ne vale davvero la pena. Grazie per avermi ascoltato.