Ciao Internet, sono Matteo Flora. Oggi parliamo di qualcosa che mi ha costretto a lasciare temporaneamente le mie ferie in Val Gardena: le modifiche alla privacy policy di Zoom. La decisione di parlare di questo argomento non è stata presa alla leggera, ma credo sia importante per chi, come me, utilizza piattaforme digitali per gestire comunicazioni e contenuti online.
Ho diviso questo episodio in tre parti per aiutarvi a comprendere meglio la situazione. Nella prima parte, vi spiego cosa è successo: Zoom ha cambiato in modo significativo il contratto d'uso e la privacy policy, soprattutto per quanto riguarda il diritto d'autore e l'utilizzo dei contenuti per il training di intelligenze artificiali. In sostanza, ora quando utilizzate Zoom, concedete una licenza perpetua e irrevocabile sui vostri contenuti. Questo non implica uno sfruttamento economico diretto, ma permette a Zoom di utilizzare, modificare e trascrivere i vostri contenuti.
La seconda parte dell'episodio esplora perché, entro certi limiti, queste modifiche potrebbero sembrare accettabili. Zoom è diventato una piattaforma molto più complessa rispetto agli inizi, e per offrire nuove funzionalità come la registrazione dei webinar, lo streaming su altre piattaforme e la trascrizione automatica, ha bisogno di accesso ai dati degli utenti. Anche l'uso dei dati per addestrare intelligenze artificiali ha una sua logica, poiché Zoom offre già servizi basati su AI come avatar generativi e trascrizioni automatiche.
Tuttavia, nella terza parte, vi spiego perché, allo stato attuale, queste modifiche non possono essere accettate. La gestione della comunicazione da parte di Zoom è stata pessima: nessuno era a conoscenza di questi cambiamenti finché un articolo di Biella Coleman non è diventato virale. Nonostante le dichiarazioni del CEO e i post sul loro sito che minimizzano l'impatto delle modifiche, il contratto e la privacy policy rimangono invariati e interpretabili a loro favore. Questo pone seri problemi legali, specialmente se ospitate persone nei vostri webinar che non vi hanno concesso la sublicenza dei contenuti.
Infine, l'uso dei vostri dati per addestrare AI potrebbe compromettere segreti industriali e proprietà intellettuale. In settori come la sanità o le amministrazioni pubbliche, dove la protezione dei dati è cruciale, queste condizioni sono semplicemente inaccettabili. Mentre attendiamo possibili cambiamenti da parte di Zoom, vi consiglio di non utilizzare la piattaforma. Continuerò a monitorare la situazione e vi aggiornerò non appena ci saranno novità.
Grazie per avermi ascoltato anche durante le mie ferie. Se non l'avete già fatto, iscrivetevi al podcast e guardate i miei video passati. Ci sentiamo presto con altri aggiornamenti. Ciao e buone ferie!

I contenuti dell'Episodio #1167
In questo episodio di "Ciao Internet", mi trovo a discutere di un tema particolarmente cruciale per chi utilizza piattaforme online per lavoro o comunicazione: le recenti modifiche alla privacy policy di Zoom. Parlo dei cambiamenti significativi che riguardano il diritto d'autore e l'uso dei contenuti per il training di intelligenze artificiali, analizzando perché queste modifiche potrebbero essere inaccettabili per molti di noi. Vi racconto perché ho deciso di interrompere il mio soggiorno in Val Gardena per affrontare questo argomento, e perché dovreste considerare di fare attenzione nell'uso di Zoom, almeno finché non ci saranno ulteriori chiarimenti.