Recentemente, navigando su TikTok, mi sono imbattuto in un trend apparentemente positivo: ragazze affette da sindrome di Down che condividono la loro vita quotidiana, dimostrando come vivano in modo normale e sereno. Tuttavia, dietro questa facciata di inclusione, si nasconde un fenomeno preoccupante: l'uso di deepfake per creare contenuti che feticizzano disabilità come la sindrome di Down.
Un esempio emblematico è Maria Dopari, una modella con trisomia 21 che, in realtà, non esiste. È una creazione digitale, un deepfake, progettato per vendere contenuti su piattaforme come OnlyFans. Questi contenuti sono spesso ottenuti manipolando immagini di influencer reali, alterandole per farle apparire come persone con sindrome di Down, e poi venduti attraverso canali come Telegram.
Il problema principale risiede nella mancanza di regolamentazione e nella difficoltà delle piattaforme di controllo dei contenuti nel gestire tali situazioni. Sebbene l'intelligenza artificiale abbia un ruolo limitato in questo contesto, la responsabilità ricade su chi crea, consuma e permette la monetizzazione di questi contenuti. Le policy delle piattaforme sono spesso inadeguate per affrontare la complessità etica e legale di questi casi.
La questione diventa ancora più intricata quando si considera l'autodeterminazione delle persone con disabilità. Se una persona con sindrome di Down sceglie di partecipare a piattaforme come OnlyFans, è un suo diritto, ma quando si tratta di deepfake, non c'è un danno diretto a una persona reale. Tuttavia, il danno etico e la feticizzazione di una condizione di disabilità rimangono problematici.
In definitiva, questo fenomeno solleva questioni importanti sulla velocità con cui le perversioni della rete superano la capacità delle tecnologie e delle normative di tenere il passo. È essenziale promuovere una maggiore consapevolezza e spingere per una regolamentazione più rigorosa per affrontare queste situazioni complesse e garantire che le innovazioni tecnologiche siano utilizzate in modo etico e responsabile.

In questa Puntata
L'episodio esplora il fenomeno inquietante dei deepfake utilizzati per creare contenuti che feticizzano la sindrome di Down, evidenziando come la tecnologia venga sfruttata per manipolare immagini di persone inesistenti a scopo di lucro. Viene sottolineata la mancanza di regolamentazione adeguata e il ruolo delle piattaforme digitali nel consentire tali pratiche, sollevando interrogativi etici e legali.