“Mia Moglie”: il gruppo e il caso, tra voyeurismo, violenza e pubblica piazza #1457

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 22.08.2025

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In questa Puntata

Il gruppo Facebook “Mia Moglie” non era solo un raduno di maniaci, ma un fenomeno più complesso dove la curiosità voyeuristica diventava complicità in una violenza. La chiusura non è una vittoria: il problema rinasce altrove, e la sfida è mitigare il danno e proteggere le vittime. Due le dinamiche in gioco: la deresponsabilizzazione di massa e il paradosso della denuncia, che amplifica l’umiliazione. Non basta la tecnologia: serve una risposta sociale capace di tutelare senza ri-vittimizzare.
Immagina una piazza virtuale con 32.000 persone che commentano foto intime di donne, pubblicate senza il loro consenso. Questo è successo su Facebook in un gruppo chiamato "Mia Moglie", ora chiuso. La questione è complessa: non si trattava solo di violenza digitale, ma di una miscela tossica di contenuti, alcuni dei quali consensuali tra coppie scambiste. Tuttavia, la presenza di immagini non consensuali è innegabile, e la complicità degli amministratori e dei membri del gruppo è evidente.

Il gruppo, nato nel 2019, è rimasto inattivo fino a maggio di quest'anno, quando ha iniziato a pubblicare contenuti offensivi. L'admin era apparentemente una figura femminile, ma ciò non aggiunge chiarezza alla complessità del fenomeno. La chiusura del gruppo non risolve il problema, ma lo mitiga, spostandolo altrove. La polizia postale sta indagando, ma la vera soluzione richiede un cambiamento culturale.

L'abuso tecnologicamente facilitato sfrutta la fiducia e l'intimità per umiliare le vittime, amplificando la violenza domestica a livello pubblico. La deindividualizzazione e la diffusione di responsabilità all'interno di questi gruppi portano a una perdita di inibizioni personali, rendendo difficile affrontare il problema solo con soluzioni tecnologiche. La vera sfida è cambiare la percezione sociale della violenza digitale.

Il paradosso dell'effetto Streisand mostra come l'attenzione mediatica possa rivittimizzare le donne esponendole a un pubblico più vasto. La denuncia deve essere gestita con attenzione per evitare di alimentare ulteriormente il problema. La soluzione richiede una progettazione responsabile delle piattaforme e un cambiamento sociale profondo per stigmatizzare la cultura tossica dietro questi comportamenti.