In Italia, a partire dal 12 novembre, l'accesso ai contenuti per adulti online richiederà una verifica dell'età tramite SPID o carta d'identità elettronica, come stabilito da una nuova delibera di agcom. Questo provvedimento, sebbene motivato dalla necessità di proteggere i minori, rappresenta un esperimento sociale con potenziali rischi per la libertà e la privacy degli utenti adulti.
La misura prevede l'uso di un sistema di doppio anonimato, dove un intermediario certificato verifica l'età senza conoscere il sito visitato, mentre il sito permette l'accesso senza identificare l'utente. Tuttavia, l'efficacia di un sistema non si valuta solo in condizioni ideali, ma anche considerando le possibili falle e le future applicazioni. Questo approccio potrebbe portare a un internet ad accesso condizionato, dove l'accesso a contenuti legali richiede un'identificazione digitale garantita dallo Stato.
La questione non riguarda solo la funzionalità del sistema, ma anche le sue implicazioni sociali e culturali. Si rischia di accettare l'idea che per accedere a contenuti legali sia necessario un controllo statale, un precedente pericoloso che potrebbe estendersi a siti di scommesse, giornali con immagini violente, e forum politici. Inoltre, questa misura si inserisce in un contesto di crescente controllo digitale, come dimostra il progetto europeo di chat control.
La privacy non è solo un diritto di nascondere qualcosa, ma un diritto fondamentale alla curiosità e alla libertà di esplorare senza essere tracciati. Anche se il sistema di doppio anonimato funzionasse perfettamente, stiamo normalizzando un'infrastruttura di controllo tecnologico e culturale.
La soluzione non è innalzare barriere, ma educare i cittadini e sviluppare un pensiero critico. La protezione dei minori dovrebbe passare attraverso l'educazione digitale dei genitori e il dialogo, non attraverso un web sorvegliato. Questa regolamentazione, pur nata da un'esigenza legittima, utilizza strumenti sbagliati che minacciano la libertà digitale e la privacy.
Ho affrontato questi temi in un libro gratuito, "Tette e Gattini", che esplora come le buone intenzioni possano portare a un controllo eccessivo. La vera tech policy dovrebbe mirare a formare cittadini consapevoli, non a costruire recinti digitali.
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Dal 12 novembre, per accedere a siti per adulti in Italia, sarà necessario esibire un documento d'identità, come deciso da agcom. Questa misura, pensata per proteggere i minori, solleva preoccupazioni sulla privacy e sulla libertà online, aprendo la strada a un controllo più ampio e potenzialmente invasivo dell'accesso a contenuti legali. L'episodio esplora le implicazioni di questa regolamentazione e il rischio di normalizzare un'infrastruttura di controllo digitale.