Oggi parliamo di propaganda algoritmica, un fenomeno che sfrutta gli algoritmi per influenzare le opinioni elettorali. Questo tipo di propaganda si basa su database estremamente accurati che raccolgono informazioni dettagliate sui votanti. Negli Stati Uniti, la creazione di tali database è più agevole rispetto all'Europa, e ha giocato un ruolo cruciale nella campagna elettorale di Donald Trump attraverso il micro-targeting.
Il micro-targeting funziona creando modelli di comportamento per ogni votante, utilizzando dati come indirizzi, account pubblici e abitudini online. Questi modelli stimano la probabilità che un individuo sostenga determinate politiche o candidati, permettendo di creare campagne su misura per influenzare specifici gruppi di elettori.
La realtà di questa pratica è stata messa in luce dopo le elezioni americane, quando Facebook ha deciso di limitare il targeting basato su caratteristiche etniche. Tuttavia, il vero problema non è solo l'uso di questi database, ma la loro esistenza stessa. La possibilità che tali dati vengano utilizzati per fini non etici, come il targeting di nemici politici o la discriminazione etnica, è una preoccupazione crescente.
Recentemente, un report di UpGuard ha rivelato che un database contenente informazioni su quasi 200 milioni di votanti americani era accessibile pubblicamente. Questo database includeva dati sensibili come etnicità, religione e preferenze politiche, e veniva utilizzato da società come Deep Root Analytics per il targeting politico.
La scoperta di questo database solleva questioni sulla sicurezza e sull'etica del trattamento dei dati personali. Non sappiamo chi abbia avuto accesso a queste informazioni e quali siano le implicazioni future. La storia ci insegna che i dati personali possono essere usati per scopi pericolosi, come dimostrato dai rastrellamenti durante il Terzo Reich.
In Italia, la creazione di un database simile è più complessa a causa delle leggi sulla privacy, ma non impossibile. È fondamentale riflettere sui rischi e le responsabilità legate alla gestione di dati così sensibili, poiché la propaganda digitale rappresenta una delle sfide più critiche del nostro tempo.
In questa Puntata
La propaganda algoritmica sfrutta i dati personali per influenzare le opinioni dei votanti attraverso campagne di micro-targeting. Negli Stati Uniti, la disponibilità di database dettagliati ha permesso a campagne politiche di manipolare le preferenze elettorali. La scoperta di un database di 200 milioni di votanti americani, accessibile pubblicamente, solleva preoccupazioni etiche e di sicurezza, evidenziando i rischi di un uso improprio di tali informazioni.