Ciao Internet! Mentre leggevo la trascrizione dell'intervento di Zuckerberg al Senato americano, mi sono ritrovato a riflettere su un'idea che potrebbe sembrare futuribile, ma che forse non è poi così lontana dalla realtà: una versione a pagamento di Facebook. Abbiamo scherzato a lungo su Facebook Gold, la fantomatica versione riservata agli influencer, ma pensateci un attimo: un Facebook a pagamento potrebbe davvero risolvere molti problemi.
Il modello di business attuale di Facebook si basa principalmente sulla pubblicità, che richiede una profilazione dettagliata degli utenti per essere efficace. Questo ha sollevato molte preoccupazioni sulla privacy. Un'alternativa interessante potrebbe essere un modello "privacy aware", dove gli utenti pagano un abbonamento mensile per proteggere la loro privacy. In questo modo, la privacy diventa una merce di scambio, un valore che gli utenti possono scegliere di pagare per proteggere.
Se ci pensate, molti software offrono opzioni senza pubblicità a fronte di un pagamento. Non sarebbe sorprendente se Facebook seguisse questa strada. Inoltre, l'implementazione di opzioni di pagamento e la verifica dell'identità permetterebbero a Facebook di evolversi in un identity provider, un servizio che certifica l'identità degli utenti.
È fantascienza o una possibilità concreta? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e quanto sareste disposti a pagare per un Facebook che non vi profila. Io sono Matteo Flora e vi accompagno cinque giorni alla settimana raccontandovi come la rete ci cambia. Se non vi siete ancora iscritti, questo è il momento giusto per farlo. Grazie mille per avermi ascoltato, e come sempre, vi state da rai. Grazie a tutti!

I contenuti dell'Episodio #364
In questo episodio di Ciao Internet, esploro l'idea di una possibile versione a pagamento di Facebook, che potrebbe risolvere molte criticità legate alla privacy e alla profilazione degli utenti. Rifletto su come un modello basato sulla sottoscrizione potrebbe trasformare il social network in un servizio che valorizza la privacy degli utenti, aprendo anche la strada a nuove opportunità come il ruolo di identity provider.