423. OneToOne » Daniele Chieffi parla Storytelling con Matteo Flora (2 di 2)

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 22.09.2018

Copertina del video: 423. OneToOne » Daniele Chieffi parla Storytelling con Matteo Flora (2 di 2)

In questa Puntata

La puntata esplora il sottile confine tra storytelling e propaganda, analizzando come le aziende spesso deviano l'attenzione dai loro impatti negativi enfatizzando aspetti positivi. Si discute dell'importanza di un approccio etico nello storytelling, basato sui fatti per evitare danni alla reputazione. Il dialogo si sofferma anche sul ruolo della comunicazione nella polarizzazione delle opinioni pubbliche e sulla necessità di promuovere una consapevolezza informata piuttosto che opinioni preconfezionate.
In questa puntata, ho approfondito la differenza tra storytelling e propaganda, partendo dal presupposto che entrambe sono strumenti di comunicazione con fini diversi. La propaganda è solitamente utilizzata per scopi politici, mentre lo storytelling viene impiegato dai brand per trasmettere valori. Tuttavia, il confine tra i due può diventare labile, soprattutto quando le aziende omettono volutamente le loro responsabilità ambientali o sociali, focalizzandosi solo sui benefici economici o occupazionali che apportano.

Ho riflettuto su quanto sia comune per le aziende evitare di comunicare le parti negative delle loro attività, scegliendo invece di enfatizzare le storie che mettono in luce valori positivi. Questo approccio, sebbene parte del gioco comunicativo, diventa non etico quando mira a distogliere l'attenzione dai veri problemi. È qui che entra in gioco il concetto di "story facting", una pratica che combina storytelling e fact-checking per garantire che le storie raccontate siano basate su fatti reali. Questo non solo è eticamente corretto, ma protegge anche i brand dal rischio di essere sbugiardati, il che può avere conseguenze devastanti sulla loro reputazione.

Abbiamo discusso di esempi concreti, come il caso di aziende che fanno greenwashing, cercando di mascherare pratiche dannose dietro un'immagine positiva. Ho evidenziato come oggi, grazie ai social media, sia difficile sfuggire al controllo pubblico, poiché le persone sono pronte a smascherare le incongruenze. Questo rende ancora più importante per le aziende affrontare apertamente i loro scheletri nell'armadio, piuttosto che nasconderli.

Un esempio significativo è stato quello di Philip Morris, che ha riconosciuto pubblicamente l'impatto negativo dei suoi prodotti e ha annunciato un piano per ridurre i danni, cosa che ho trovato coraggiosa. Questo tipo di trasparenza può aiutare a costruire fiducia e a gestire meglio il rischio reputazionale.

Infine, abbiamo esplorato come la comunicazione e lo storytelling possano essere visti come armi, capaci di polarizzare l'opinione pubblica. È fondamentale, quindi, lavorare per promuovere una consapevolezza informata piuttosto che opinioni superficiali. La sfida è spostare l'attenzione dal semplice formarsi di un'opinione alla costruzione di una consapevolezza critica.

🎙️ Ospite: Daniele Chieffi, esperto di comunicazione e reputazione.