436. I cinesi hanno messo un chip spia? O forse no?

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 08.10.2018

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In questa Puntata

Un rapporto di Bloomberg accusa una fabbrica di motherboard in Cina di aver inserito un chip spia nei dispositivi di grandi aziende come Apple e Amazon, permettendo l'esecuzione remota di codice. Tuttavia, sia le aziende coinvolte che i servizi segreti smentiscono queste affermazioni, sollevando dubbi sulla veridicità delle accuse e aprendo discussioni su possibili implicazioni di sicurezza globale.
Negli ultimi giorni, è emersa una notizia particolarmente intrigante da Bloomberg, che ha destato preoccupazioni nel mondo della tecnologia. Secondo il rapporto, uno dei principali produttori di motherboard in Cina sarebbe stato costretto dal governo cinese a installare un minuscolo chip nei dispositivi, consentendo l'esecuzione remota di codice, una sorta di "Godmode". Questo presunto chip avrebbe colpito centinaia, se non migliaia, di server appartenenti a colossi come Apple e Amazon.

La situazione si complica ulteriormente poiché entrambe le aziende hanno negato categoricamente l'esistenza di tale chip, supportate anche dai servizi segreti inglesi e americani che affermano di non avere alcuna informazione al riguardo. Questo solleva il dubbio su chi abbia ragione: Bloomberg con le sue accuse, o le aziende e i servizi segreti con le loro smentite.

Se Bloomberg avesse commesso un errore, le conseguenze sarebbero enormi, insinuando problemi di sicurezza in milioni di dispositivi a livello globale, con danni economici e reputazionali per le aziende coinvolte. D'altro canto, se le accuse fossero vere, si tratterebbe di uno dei più grandi tentativi di insabbiamento nella storia dell'informatica. Tuttavia, se un chip del genere esistesse davvero, potrebbe essere già stato neutralizzato dai governi, che potrebbero ora sfruttarlo per i propri scopi di intelligence.

In conclusione, la questione rimane avvolta nel mistero, lasciando spazio a speculazioni e teorie complottiste. Personalmente, mi sono concesso un momento di complottismo, immaginando scenari in cui i governi potrebbero trarre vantaggio da tale tecnologia. Alla fine, resta da vedere come si evolverà la situazione e chi avrà la meglio in questo intricato gioco di accuse e smentite.