La Tenier Challenge è una tendenza che ha preso piede su varie piattaforme social, dove gli utenti condividono una loro foto di dieci anni fa insieme a una recente. Questa pratica ha sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati biometrici. Alcuni articoli, come quelli del Wall Street Journal e di Wired, hanno sottolineato il rischio che queste informazioni possano essere utilizzate per sviluppare modelli di invecchiamento.
La questione principale è capire di chi dobbiamo avere paura. Se temiamo Facebook, la Tenier Challenge non dovrebbe preoccuparci troppo, poiché la piattaforma ha già accesso a una vasta quantità di dati personali e immagini che possono essere utilizzati per il riconoscimento facciale e l'analisi dell'invecchiamento. Tuttavia, il vero problema risiede nei soggetti esterni, come governi o entità con intenti meno trasparenti, che potrebbero raccogliere queste immagini pubbliche per scopi di sorveglianza o identificazione biometrica.
È relativamente semplice per chiunque, con accesso agli hashtag pubblici della Tenier Challenge, raccogliere un'enorme quantità di dati visivi. Questo potrebbe portare alla creazione di database biometrici utilizzabili per il riconoscimento facciale in tempo reale, senza il consenso degli utenti. La biometria è una delle informazioni più sensibili e difficili da proteggere, e la facilità con cui può essere raccolta e utilizzata è allarmante.
La discussione si conclude con una riflessione sull'importanza di essere consapevoli delle immagini che condividiamo online e delle potenziali implicazioni sulla nostra privacy. La domanda che pongo è se gli utenti prendono precauzioni nel condividere le proprie foto e quali sono le loro considerazioni a riguardo.

In questa Puntata
La Tenier Challenge, che invita gli utenti a condividere foto di dieci anni fa accanto a quelle attuali, solleva preoccupazioni sulla privacy e sull'uso delle informazioni biometriche. Mentre Facebook possiede già molti dati personali, il vero rischio proviene da attori esterni, come governi non democratici, che potrebbero utilizzare queste immagini per scopi biometrici.