Inizio con una riflessione sulla definizione di reputazione, prendendo spunto dal sociologo Steve Nock, che la descrive come una percezione condivisa basata sui discorsi di vari soggetti riguardo a un brand, una persona o un prodotto. La reputazione è quindi una percezione, spesso scollegata dalla realtà oggettiva, e si costruisce attraverso ciò che gli altri dicono di noi, non quello che noi affermiamo su noi stessi. Jeff Bezos riassume bene questo concetto affermando che la reputazione è ciò che viene detto di te quando non sei presente.
La reputazione varia a seconda degli stakeholder: un fornitore, un cliente, un dipendente o un'amministrazione statale possono avere percezioni diverse della stessa entità. Questo rende la pianificazione reputazionale un progetto complesso, che può essere mirato a specifici gruppi di interesse. Inoltre, la reputazione online ha assunto un ruolo predominante, diventando il mezzo principale attraverso cui le persone formano opinioni informate. Statisticamente, la rete è utilizzata da sette persone su dieci come veicolo per ottenere informazioni su aziende, prodotti o professionisti.
Nell'attuale panorama sovraffollato di alternative, la reputazione online può essere un fattore differenziante fondamentale. Le società di reputazione si concentrano principalmente sull'online per definire e migliorare la reputazione. Nel corso delle prossime puntate, esplorerò casi di studio, possibilità e piccoli accorgimenti che possono migliorare la reputazione con sforzi limitati. L'appuntamento è settimanale, ma sono disponibile giornalmente su Facebook e YouTube per discutere di altri argomenti.

In questa Puntata
La reputazione è una percezione sociale costruita attraverso le narrazioni degli stakeholder, spesso divergente dalla realtà oggettiva. Nell'era digitale, la reputazione online è cruciale per aziende e individui, influenzando decisioni e posizionamenti di mercato. La gestione strategica della reputazione richiede attenzione ai diversi stakeholder e l'uso efficace dello storytelling.