In molti casi, una crisi reputazionale non è causata dall'errore stesso, ma da come viene gestita la comunicazione che lo segue. Un esempio recente è quello del TG della Sette, che ha mandato in onda un video di un videogioco, presentandolo erroneamente come un filmato reale dell'uccisione di Soleimani. Questo errore, se gestito correttamente, avrebbe potuto essere minimizzato. Una dichiarazione chiara e trasparente, accompagnata da un'ammissione di colpa e spiegazioni sincere, avrebbe potuto trasformare l'incidente in un semplice scivolone.
Invece, la situazione è stata gestita in modo inadeguato. Andrea Purgatori, il giornalista coinvolto, ha risposto in modo superficiale e poco trasparente, negando l'evidenza e cercando di giustificare l'errore con spiegazioni poco convincenti. Questo ha portato a un'escalation della crisi, con un'ondata di critiche sui social media.
La lezione da trarre è che la gestione delle crisi richiede una comunicazione trasparente e la capacità di ammettere gli errori. È fondamentale avere una visione complessiva della situazione e coinvolgere esperti di crisis management per evitare che l'emotività e l'improvvisazione peggiorino la situazione. In questo caso, una corretta gestione della comunicazione avrebbe potuto salvare la reputazione del TG e stabilire un nuovo standard di trasparenza nel giornalismo.

In questa Puntata
Una crisi reputazionale spesso non deriva dall'errore iniziale, ma dalla gestione della comunicazione successiva. Il caso del TG della Sette, che ha trasmesso un filmato di un videogioco spacciato per realtà, evidenzia come una risposta inadeguata possa trasformare un semplice errore in una crisi vera e propria. La chiave risiede nella trasparenza e nell'ammissione immediata dell'errore.