Trump contro Twitter: una Battaglia per la Libertà Online

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 30.05.2020

Copertina del video: 720. Trump contro Twitter: una Battaglia per la Libertà Online

I contenuti dell'Episodio #720

Ciao Internet, oggi voglio parlarvi di una battaglia epica che si sta giocando tra Twitter e Trump, ma che coinvolge qualcosa di molto più grande: il futuro di Internet. Molti giornali e commentatori sembrano avere le idee confuse, quindi è tempo di un approfondimento di quelli lunghi. Preparatevi una tazza di tè e mettetevi comodi, perché in questo episodio esploreremo la censura, il bias e l'articolo 230. Vi spiegherò cosa sta realmente accadendo tra Trump e Twitter, perché ciò che viene definito censura non è esattamente vero, e perché, da un certo punto di vista, Trump potrebbe avere ragione.
Benvenuti a un nuovo episodio di Ciao Internet. Oggi affrontiamo un tema che ha scosso il panorama della rete: la controversia tra Twitter e Donald Trump. Per capire cosa è successo, dobbiamo tornare a febbraio, quando Twitter aveva già annunciato l'intenzione di applicare regole contro le fake news, incluse quelle pubblicate da figure politiche. Questo è importante perché i politici avevano goduto di una sorta di immunità dalle regole della piattaforma. Ma tutto è cambiato a maggio, quando Trump ha pubblicato un tweet sul mail-in ballot, dichiarando falsamente che le schede elettorali venivano inviate a tutti, inclusi gli illegali. Twitter ha risposto apponendo un link sotto il tweet, invitando gli utenti a verificare i fatti.

Questa azione ha scatenato una reazione a catena, con Trump che ha accusato Twitter di interferire nelle elezioni presidenziali. A peggiorare le cose, Twitter ha oscurato un altro tweet di Trump che violava le sue policy contro l'incitamento alla violenza, pur lasciandolo visibile per interesse pubblico. Questo ha portato Trump a rispolverare un executive order che attacca la sezione 230 del Communication Decency Act, fondamentale per le piattaforme online. Questa sezione esenta le piattaforme dalla responsabilità per i contenuti pubblicati dagli utenti, permettendo loro di moderare i contenuti senza essere considerate editori.

L'executive order di Trump solleva punti cruciali, come la presunta censura selettiva delle piattaforme e il loro potere di influenzare il dibattito pubblico. Trump sostiene che queste piattaforme usano la sezione 230 per silenziare punti di vista con cui non sono d'accordo, e chiede un'inchiesta sui bias delle piattaforme contro i conservatori. È un tema complesso, che ci porta a chiederci chi dovrebbe decidere cosa è vero o falso, e se le piattaforme social debbano essere considerate editori.

In conclusione, mentre i social network navigano tra libertà di espressione e moderazione dei contenuti, è chiaro che le loro decisioni influenzano il dibattito politico. È fondamentale trovare un equilibrio tra libertà e responsabilità, per garantire un dibattito pubblico equo e trasparente. Vi lascio con la domanda: chi custodirà i custodi?