Ciao Internet, oggi vi racconto una storia interessante che riguarda l'ultimo evento di Donald Trump, il primo post-lockdown, che non ha avuto il successo atteso. Gli organizzatori si aspettavano un milione di partecipanti, con uno stadio e tutte le aree circostanti pronte a ospitare una folla immensa. Tuttavia, si sono presentate meno di 20.000 persone, lasciando lo stadio praticamente vuoto. Ma perché è successo?
Una delle ipotesi più accreditate, che però vi invito a prendere con cautela, è che sia stato un attacco di attivismo digitale orchestrato dai fan del K-pop su TikTok. Questi giovani, attraverso sfide e meme, hanno spinto altri utenti a riservare biglietti gratuitamente, senza l'intenzione di partecipare. Questo ha creato un'illusione di una partecipazione di massa che non si è mai concretizzata.
Tuttavia, è importante sottolineare che mentre questa teoria è affascinante, dobbiamo considerare il contesto politico in cui ogni notizia può essere facilmente manipolata per fini propagandistici. Non sappiamo ancora l'effettiva portata di questa azione, né se sia stata l'unica causa del flop dell'evento.
Questo tipo di attivismo, che potremmo definire teppismo digitale, non è nuovo ed è conosciuto fin dai primi giorni di Internet. Si tratta di un metodo in cui si cerca di sabotare l'organizzazione di un evento, e la sua efficacia o accettabilità dipende spesso da chi lo compie. Quando sono i giovani su TikTok, viene visto come qualcosa di simpatico; quando è un'operazione più organizzata, magari per scopi politici, la percezione cambia.
In passato, abbiamo visto esempi di eventi virtuali creati ad arte per manipolare le percezioni pubbliche, come durante la campagna pro-Trump, dove eventi contro Trump venivano creati e poi disattesi, influenzando così la copertura mediatica e la reputazione politica. Questo fenomeno si collega a tecniche conosciute come voter suppression, dove si cerca di influenzare l'affluenza al voto attraverso disinformazione mirata.
La riflessione che vi propongo è sulla natura democratica di queste azioni. Mentre possono sembrare una forma di espressione legittima, in realtà possono minare i principi democratici se non portano a un coinvolgimento attivo e reale, come andare fisicamente a votare. L'attivismo online è facile, ma tradurlo in azioni concrete è molto più complesso.
Concluso questo discorso, ci troviamo con più domande che risposte. Non sappiamo ancora l'impatto reale di questa azione sull'organizzazione dell'evento di Trump, né quanto possa essere considerata una pratica democratica nel contesto di un processo elettorale. Tuttavia, è evidente che la manipolazione delle percezioni continua a giocare un ruolo cruciale nella politica moderna.
Vi invito a condividere le vostre riflessioni e a considerare come questi fenomeni influenzino la nostra comprensione della realtà politica. Come sempre, trovate tutti i link nella mia linkoteca su mgpf.it/link. Sono Matteo Flora e vi ringrazio per avermi ascoltato. Estote parati.

I contenuti dell'Episodio #734
In questo episodio di Ciao Internet, esploro come un gruppo di giovani attivisti digitali, in gran parte fan del K-pop su TikTok, abbia potenzialmente sabotato un grande evento politico di Donald Trump. Mentre molti celebrano questo atto come una vittoria dell'attivismo digitale, rifletto su quanto sia realmente democratico questo tipo di azione e su come la manipolazione delle percezioni possa influenzare la politica. Vi invito a considerare le implicazioni più profonde di tali azioni nel contesto delle elezioni e della propaganda.