Ciao Internet! Oggi voglio parlarvi di un argomento che ci tocca tutti da vicino: le fake news. Negli ultimi tempi, il panorama della disinformazione ha visto qualche sviluppo interessante. Google, ad esempio, ha lanciato un nuovo servizio di fact-checking per Google Images, che potrà aiutarci a identificare immagini adulterate, come quelle famose degli squali sotto il ponte di Messina. Questo servizio si affianca a un toolbox dedicato e a un'API che permetterà l'integrazione con altri siti, ampliando così la lotta contro le fake news.
Ma Google non è l'unico a muoversi in questa direzione. La collaborazione tra TRU e il Parlamento Europeo, insieme a giornali come Repubblica, mira a chiarire il fenomeno dell'infodemia e a migliorare la qualità delle informazioni disponibili. Tuttavia, c'è un problema di fondo che non possiamo ignorare: spostare la responsabilità della definizione di fake news a enti esterni non risolve il problema alla radice. La questione diventa "Chi custodirà i custodi?", un dilemma che rimane aperto.
Le iniziative di fact-checking rappresentano un miglioramento rispetto al passato, ma finché non daremo uno standing elevato e universalmente riconosciuto a questi organismi, il problema persisterà. Lo abbiamo visto anche in Italia, dove alcuni fact-checkers hanno bollato articoli come fake news, solo per essere smentiti da altri colleghi europei. Questo evidenzia quanto sia difficile raggiungere un consenso su cosa sia vero o falso, e quanto la fiducia del pubblico in questi sistemi di controllo sia fragile.
Un altro aspetto critico è la reazione della popolazione complottista, che spesso vede nei fact-checkers dei servi di regime. Etichettare qualcosa come fake news può paradossalmente aumentarne il valore in certi ambienti. Inoltre, dobbiamo chiederci chi ha l'autorità di selezionare la verità e se una verità oggettiva esista davvero. La realtà è socialmente negoziata e ciò che è considerato vero in un contesto può essere visto diversamente in un altro.
La fiducia che riusciremo a costruire in questi organi di controllo determinerà il cambiamento della realtà stessa. Un errore nella selezione di chi può definire la verità potrebbe compromettere la nostra comprensione del mondo per generazioni. È essenziale che questo processo avvenga con la massima trasparenza e attraverso un dibattito pubblico inclusivo, piuttosto che essere lasciato nelle mani di pochi grandi attori del web.
Vi invito a riflettere su questi temi e a condividere la vostra opinione. Io sono Matteo Flora e con Ciao Internet cerco di aprirvi a nuovi dubbi, più che offrirvi soluzioni preconfezionate. Potete seguirmi su Facebook, YouTube e sul mio podcast, trovate tutto su www.matteoflora.com. State parati!

I contenuti dell'Episodio #736
In questo episodio di Ciao Internet, affronto il tema delle fake news e delle recenti innovazioni nel campo del fact-checking. Parlo di nuovi strumenti lanciati da Google e di collaborazioni europee, analizzando le loro potenzialità e le criticità insite nel delegare a enti esterni la definizione della verità. Sottolineo i problemi legati alla fiducia nei fact-checkers e alla percezione pubblica delle informazioni etichettate come false, invitando a un dibattito più ampio su chi dovrebbe essere il custode della verità.