Di sesso e genere e altre "sciocchezze"

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 15.09.2020

Copertina del video: 760. Di sesso e genere e altre

I contenuti dell'Episodio #760

In questa puntata di "Ciao Internet", mi addentro nella complessità del linguaggio inclusivo, esplorando come le parole che scegliamo di usare possano riflettere scelte politiche e influenzare la percezione delle identità di genere. Con l'aiuto di M, una persona gender fluid, discutiamo le sfide e le responsabilità legate al rispetto dei generi di elezione, specialmente nel contesto giornalistico, in cui tali scelte possono avere un impatto significativo.
Ciao Internet! Oggi voglio affrontare un tema che mi sta molto a cuore: il linguaggio inclusivo. Non parleremo direttamente della vicenda di Cira e della sua compagna, perché non è mia competenza discutere dei dettagli del caso. Invece, mi interessa esplorare il linguaggio utilizzato dai media e dalla società per definire persone che si trovano al di fuori della cosiddetta eteronormalità.

Dopo la sigla, entriamo nel vivo del discorso. L'eteronormalità rappresenta lo standard che molti di noi considerano normale. Tuttavia, ci sono molte cose che chi comunica professionalmente, come i giornalisti, dovrebbe sapere su un linguaggio che includa tutte le identità di genere. Anche se io stesso commetto errori, i giornalisti sono pagati per comunicare in modo efficace e dovrebbero fare uno sforzo maggiore per essere inclusivi.

Per aiutarmi in questa discussione, ho invitato M, che è gender fluid, e ci aiuta a comprendere meglio la differenza tra sesso biologico e genere di elezione. Il genere è ciò con cui una persona si identifica, non una scelta arbitraria del giorno. È una parte profondamente radicata della nostra identità. M ci spiega che il genere fluido può variare in base a come una persona si sente in un dato momento. È interessante vedere come persino le congiunzioni astrali e l'umore possano influenzare questa percezione.

C'è un'importante distinzione da fare tra errore e scelta consapevole. Se un giornalista decide di non rispettare il genere di elezione di una persona, questo è uno statement politico. Ad esempio, alcuni giornali hanno insistito nel chiamare Cira con il suo nome anagrafico femminile, nonostante il suo genere di elezione fosse maschile. Questo tipo di misgendering è un'aggressione, un rifiuto di riconoscere l'identità della persona.

Discutiamo anche del dead naming, l'uso del nome anagrafico di una persona transgender, che può causare disforia di genere. È essenziale comprendere che la scelta di rispettare il genere di elezione di una persona non è un capriccio, ma un riconoscimento della loro identità.

Quello che spero di trasmettere con questa puntata è l'importanza di essere consapevoli delle scelte linguistiche che facciamo. Usare il pronome sbagliato o il nome anagrafico non è solo un errore, ma può essere una dichiarazione politica che invalida l'identità di una persona. In questo episodio, con l'aiuto di M, spero di aver chiarito perché il linguaggio inclusivo è così cruciale e come possiamo migliorare nel rispettare tutte le identità di genere.