8. Gli #sciacalli dei #PanamaPapers

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 09.04.2016

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In questa Puntata

I Panama Papers rivelano l'esistenza di conti correnti in paradisi fiscali appartenenti a figure di rilievo internazionale. La divulgazione frammentata dei dati solleva critiche etiche, mentre la spettacolarizzazione mediatica distoglie l'attenzione dai veri scandali. Le pratiche commerciali delle testate giornalistiche coinvolte mettono in discussione l'integrità del giornalismo investigativo.
Sto seguendo con grande interesse la vicenda dei Panama Papers, un'enorme fuga di documenti che ha portato alla luce conti correnti nascosti in paradisi fiscali. Questi documenti sono stati consegnati all'ICIJ, un collettivo internazionale di giornalisti, e contengono informazioni su molte persone e realtà di spicco. Tuttavia, ci sono aspetti di questa vicenda che sollevano questioni etiche significative.

La prima problematica riguarda la modalità di divulgazione dei dati. A differenza di Wikileaks, i Panama Papers non sono stati rilasciati in un'unica soluzione, ma centellinati nel tempo. Questo approccio viene giustificato con la necessità di mantenere il contesto e prevenire che i coinvolti si proteggano. Tuttavia, sembra più un modello di business che sfrutta la rivelazione graduale per mantenere alta l'attenzione e incrementare le vendite delle testate giornalistiche. Questo non rispetta l'intento della fonte originale che ha rischiato per rendere pubblici questi dati.

La seconda questione è la spettacolarizzazione dell'evento, particolarmente evidente in Italia. Sebbene la spettacolarizzazione possa attrarre l'attenzione del pubblico, spesso si concentra su figure di minore importanza, come nel caso di Barbara D'Urso, piuttosto che su figure coinvolte in scandali significativi, come il primo ministro islandese. Questo approccio distoglie l'attenzione dai veri problemi e dalle persone critiche coinvolte.

Infine, c'è il problema del paywall, dove i nomi e le informazioni, ottenuti grazie al lavoro collaborativo di molti giornalisti, vengono resi accessibili solo a pagamento. Questo modello di business, basato sulla curiosità e sull'accesso limitato a informazioni che dovrebbero essere di pubblico dominio, appare più come sciacallaggio che vero giornalismo. È fondamentale che le testate giornalistiche ritornino a praticare un giornalismo etico e trasparente, piuttosto che sfruttare queste rivelazioni per fini commerciali.