Ho avuto l'opportunità di conoscere un avvocato che ha scelto di seguire la sua passione per la clownerie, lavorando come clown terapista negli ospedali. Questa esperienza mi ha portato a riflettere su come definiamo le professioni e su quanto sia importante riconoscere ciò che realmente facciamo. Lo stesso principio si applica al giornalismo.
Recentemente, un noto programma televisivo ha invitato ospiti discutibili per parlare di Covid, suscitando reazioni forti sui social media. Questo episodio mi ha fatto pensare alla percezione errata che abbiamo del giornalismo. Non tutto ciò che viene pubblicato da testate giornalistiche è giornalismo autentico. Spesso, i contenuti sono orientati all'intrattenimento, con l'obiettivo di attrarre il maggior numero di visualizzazioni possibile. Titoli scandalistici e ospiti provocatori servono a generare audience, ma questo non dovrebbe essere confuso con il giornalismo.
La distinzione tra giornalismo e intrattenimento non è ancora formalizzata, e l'ordine dei giornalisti tratta entrambe le categorie allo stesso modo. Per questo motivo, consiglio di trattare la maggior parte dei contenuti come intrattenimento, riservando la definizione di giornalismo a quei pochi professionisti che si distinguono per il loro rigore e integrità. È essenziale riconoscere che entrambe le professioni sono importanti, ma servono scopi diversi e dovrebbero essere dichiarate come tali.

In questa Puntata
La distinzione tra giornalismo e intrattenimento è spesso confusa, con molti contenuti mediatici che si presentano come informazione ma servono in realtà a catturare l'attenzione. La presenza di ospiti controversi e titoli acchiappaclic alimenta questa dinamica, mentre il vero giornalismo diventa una rarità. È fondamentale riconoscere e dichiarare la differenza tra le due professioni per evitare fraintendimenti.