In questo episodio, ho affrontato il tema della "Z" russa, un simbolo che sta rapidamente diventando un emblema di propaganda per chi supporta l'invasione della Crimea da parte della Russia. La "Z" è apparsa sui mezzi corazzati russi in Ucraina e si è diffusa come hashtag di invasione. Ho mostrato esempi di come questo simbolo venga utilizzato, tra cui il caso di Ivan Zuliak, un ginnasta russo che ha esibito la "Z" durante una cerimonia di premiazione, suscitando sanzioni disciplinari. Questo fenomeno ricorda la costruzione di simboli di odio come la svastica, originariamente un simbolo di pace nell'induismo, poi trasformato in un emblema di violenza.
Successivamente, ho parlato della recente visita di Matteo Salvini in Polonia, dove ha cercato di distanziarsi dalla sua precedente posizione pro-Putin. Tuttavia, il tentativo non è andato come previsto: è stato accolto con critiche e derisioni, evidenziando le difficoltà nel cambiare la percezione pubblica. Ho discusso il concetto di reputazione e come le azioni passate possano influenzare la credibilità attuale, citando il libro "The Nature and Origin of Mass Opinion" di John Zaller. Secondo Zaller, cambiare l'opinione pubblica richiede di convincere prima gli individui più informati e influenti, una strategia che Salvini non ha seguito.
Infine, ho esaminato il ruolo degli influencer russi nella propaganda interna. Un video mostra diversi influencer che recitano all'unisono uno script pro-governativo, rivelando un tentativo maldestro di manipolare l'opinione pubblica. Questo approccio sottovaluta l'intelligenza del pubblico e mette in luce una strategia di comunicazione inefficace. Ho sottolineato l'importanza di una comunicazione autentica e trasparente, invitando gli ascoltatori a riflettere sulle dinamiche della propaganda moderna.
In questa Puntata
L'episodio esplora l'emergere del simbolo "Z" come nuovo emblema di propaganda in Russia, utilizzato per sostenere l'invasione della Crimea. Si analizza inoltre la figuraccia di Matteo Salvini in Polonia, dovuta al suo passato filorusso, e si discute il ruolo degli influencer russi nella diffusione di messaggi propagandistici orchestrati. Vengono illustrate le dinamiche della comunicazione politica e le strategie per gestire crisi reputazionali.