Inizio con il discutere il caso di Telegram in Brasile, dove la Corte Suprema ha deciso di bloccare l'applicazione a causa della mancata rimozione di fake news collegate al presidente Bolsonaro. Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha risposto tardivamente alle richieste delle autorità brasiliane, sostenendo di non aver ricevuto le comunicazioni a causa di un errore nell'indirizzo email utilizzato. Questo atteggiamento è stato percepito come una scusa poco credibile, soprattutto da parte di una società tecnologica come Telegram.
Passo poi a parlare di Alessandro Orsini, un accademico noto per le sue posizioni filoputiniane. Orsini è un sociologo con un curriculum accademico di tutto rispetto, avendo fondato l'Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUIS e avendo collaborato con istituzioni prestigiose come il MIT. La sua figura è complessa: è riconosciuto per la sua eloquenza e presenza scenica, ma anche per le sue idee controverse, che spesso lo pongono al centro di critiche e campagne di delegittimazione.
Orsini sostiene che il blocco occidentale abbia messo Putin in una posizione di paura e che l'invio di armi all'Ucraina non risolverà il conflitto. Egli attribuisce parte della responsabilità della guerra al comportamento del blocco occidentale e propone una soluzione che prevede la demilitarizzazione dell'Ucraina e la sua integrazione nell'Unione Europea, ma non nella NATO. Le sue teorie, sebbene controverse, sono basate su analisi di relazioni internazionali e teoria dei giochi.
La figura di Orsini è oggetto di "character assassination", un fenomeno che cerca di minare la sua credibilità. Questo avviene perché le sue posizioni mettono in discussione la narrazione dominante del conflitto, complicando lo storytelling che identifica chiaramente buoni e cattivi. In momenti di crisi, una narrazione semplice è necessaria per prendere decisioni, e chi come Orsini la mette in discussione viene percepito come una minaccia.

In questa Puntata
La puntata esplora le dinamiche dietro il blocco di Telegram in Brasile, attribuito alla mancata rimozione di fake news legate a Bolsonaro, e analizza la figura di Alessandro Orsini, un accademico controverso per le sue posizioni filoputiniane. Vengono esaminati i motivi della sua notorietà, le sue strategie comunicative e il fenomeno del "character assassination" nei suoi confronti.